Nell’ambito della discussione su manovra e legge Bilancio 2020, emergono dettagli interessanti sul cosiddetto fondo “Cresci al Sud 2020“, una speciale misura, ideata dal Governo Conte 2, per sostenere e rilanciare l’economia, l’occupazione e la produttività del Mezzogiorno. Vediamo in concreto come funziona, l’importo bonus e chi sono i destinatari.
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Cresci al Sud 2020: di che si tratta? qual è la finalità?
Tale novità “Cresci al Sud 2020” si inserisce tra i punti cardine del disegno di legge allo studio dell’esecutivo, sulla manovra 2020, in un piano più ampio ed organico, che prevede anche l’ampliamento dei beneficiari della differente misura “Resto al Sud” (ovvero lo speciale incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni meridionali) e il rafforzamento dello strumento delle Zone Economiche Speciali, cioè aree territoriali del Sud destinate a ricevere agevolazioni e facilitazioni fiscali e burocratiche.
“Cresci al Sud 2020” consiste in un fondo a sostegno della competitività e della crescita dimensionale delle piccole e medie imprese, con sede legale e attività produttiva nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. La finalità, come si legge anche nell’espressione utilizzata per definire questa misura, è il rafforzamento e il consolidamento di aziende, industrie e realtà aziendali più o meno grandi, radicate nel Mezzogiorno. In altre parole, il Governo vuole che queste aziende non vadano più via dalle regioni meridionali, consolidandosi invece in quelle aree, anche per dare nuova linfa all’economia locale. Come appena visto, due i requisiti essenziali per considerarsi destinatari della misura Cresci al Sud 2020: sede legale ed attività produttiva nelle regioni citate, oltre ovviamente all’essere rientranti nell’ambito delle PMI.
Chi gestisce il Fondo? In che cosa consiste il bonus?
A questo punto, vediamo alcuni numeri che ben chiariscono la portata del fondo Cresci al Sud 2020. Secondo le linee della bozza della manovra 2020, tale misura avrà una durata di 12 anni, per un ammontare di 250.000.000 di euro, divisi in 150 milioni per il prossimo anno e 100 milioni per l’anno successivo, sfruttando quanto nel fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2014-2020. Insomma si tratta di un disegno di ampia portata e che coinvolgerà – sul piano della gestione – la Banca del Mezzogiorno. Tale istituto di credito, infatti, potrà organizzare al meglio l’utilizzo del fondo, grazie ad una convenzione ad hoc con l’esecutivo in carica, e sotto la vigilanza della Corte dei Conti. Materialmente, le risorse disponibili sono ricomprese in una contabilità appositamente prevista ed intestata alla suddetta Banca del Mezzogiorno, presso la Tesoreria dello Stato. Insomma nulla pare lasciato al caso e il complesso meccanismo del fondo Cresci al Sud 2020 prevede anche la possibilità che si aggiungano quote supplementari, provenienti da investitori pubblici e privati, appositamente segnalati dall’istituto di credito citato, dalla Banca Europea Investimenti, e dal Fondo europeo per gli investimenti e dall’Istituto nazionale di promozione. Insomma, secondo le intenzioni del Governo in carica, i potenziali protagonisti del rilancio economico delle aziende del Sud, sono davvero tanti.
Concludendo, vedremo nel corso del tempo, con l’effettiva attuazione del fondo Cresci al Sud 2020, se vi saranno concreti e tangibili effetti positivi nel tessuto economico-produttivo delle aziende con sede nel meridione.
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