Decreto scuola 2019: Personale Ata, i nuovi provvedimenti introdotti
Decreto scuola 2019: pubblicato una settimana fa potrebbe essere modificato; al momento però contiene tre misure. Ecco quali sono e cosa prevedono.
Nel decreto scuola pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 ottobre 2019 compaiono tre misure specificatamente rivolte al Personale Ata.
Decreto scuola 2019: le misure riguardanti il Personale Ata
Il decreto scuola pubblicato poco più di una settimana fa in GU potrebbe ancora subire delle modifiche. Detto ciò, sono tre le misure riguardanti in particolare il Personale Ata. Innanzitutto, quello che riguarda le assunzioni dopo lo stop agli appalti pulizia. In secondo luogo, il provvedimento relativo all’assunzione di nuovi assistenti facenti funzione di DSGA. E infine l’eliminazione delle norme sul riconoscimento tramite impronte digitali.
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In cosa consistono le tre misure?
La prima misura, quella relativa alle assunzioni dopo lo stop agli appalti per la pulizia, prevede l’assunzione di lavoratori appartenenti a cooperative per lo svolgimento delle mansioni del profilo di collaboratore scolastico a partire dal primo gennaio 2020. È poi prevista una procedura di assunzione per il personale che abbia svolto a tempo pieno le funzioni di Direttore dei servizi generali amministrativi (DSGA) per almeno tre interi anni scolastici a partire dall’anno scolastico 2011/12. Inoltre, con il decreto scuola viene eliminata per il Personale Ata come per i presidi il sistema di controllo delle presenze tramite sistemi biometrici, come il rilevamento delle impronte digitali appunto e sistemi di videosorveglianza.
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Il problema dell’internalizzazione per i collaboratori scolastici
È soprattutto la prima misura, le assunzioni dei lavoratori dopo lo stop agli appalti di pulizia, a irrigidire il dialogo tra governo e i sindacati. Secondo le associazioni di categoria molti lavoratori che attualmente lavorano per imprese che si occupano della pulizia delle scuole rimarranno fuori dal piano di internalizzazione previsto con il Decreto scuola: i posti a disposizione dovrebbero essere 11.500 a fronte di 16mila lavoratori coinvolti. “Sarebbe paradossale che un’operazione condivisibile, come quella dell’internalizzazione, fosse fatta sulla pelle di migliaia di lavoratori, con la perdita di posti di lavoro” riepiloga la situazione in un comunicato a tal proposito la Cgil.
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