Fasce rivalutazione pensioni 2020: la proposta del governo in LdB
Emergono nuovi dettagli rispetto alla rivalutazione delle pensioni che toccherà i trattamenti compresi tra 1.500 e 2mila euro
Emergono nuovi dettagli rispetto alla rivalutazione delle pensioni che toccherà i trattamenti compresi tra 1.500 e 2mila euro; si parla comunque di pochi centesimi in più.
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Rivalutazione pensioni: cosa succederà nel biennio 2020-21
La Legge di Bilancio per il prossimo anno arriva al Senato: tra le varie misure contenute nell’ultima manovra anche l’attesa rivalutazione degli assegni pensionistici con importo compreso tra le tre e le quattro volte il trattamento minimo. Dunque, le pensioni tra i 1.539 e i 2054 euro lordi mensili subiranno un incremento della rivalutazione dal 97% – fissato con la Legge di Bilancio per il 2019 – al 100% dell’inflazione.
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Tutto invariato, invece, per le atre fasce: quindi, i trattamenti tra quattro e cinque il minimo subiranno una rivalutazione del 77% dell’inflazione, quelli tra cinque e sei volte il minimo del 52%, tra sei e otto volte del 47%, tra otto e nove volte del 45%, quelli superiori a nove volte del 40%.
Nel 2022 una rivalutazione più consistente
Rivalutazione pensioni: è facile capire che declinata in tal modo valga solo pochi centesimi in più. Tuttavia, sempre con la Legge di Bilancio, viene dato appuntamento al primo gennaio 2022 per una rivalutazione dei trattamenti superiori a quattro volte quello minimo ben più consistente rispetto a quella attuale. In pratica, si specifica nel testo della manovra, gli assegni fino a quattro volte il minimo saranno rivalutati al 100% dell’inflazione, poi quelli tra con importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo al 90% dell’inflazione, infine, quelli superiori a cinque volte il minimo subiranno una rivalutazione pari al 75% dell’inflazione.
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Sostanzialmente, sarà ripristinato un meccanismo di indicizzazione progressiva a scaglioni molto simile a quello già in vigore fino al 31 dicembre 2011, in pratica, e anzi un po’ più generoso rispetto al passato (la rivalutazione prima della Riforma Fornero per i trattamenti di tre-quattro volte il minimo era stato fissato al 90%).
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