Elezioni Spagna 2019: Socialisti (PSOE) primi: resta rebus maggioranza. Destra (Vox) in forte crescita
Elezioni Spagna 2019: oggi, domenica 10 novembre 2019, il paese iberico torna alle urne per rinnovare il Parlamento; è la quarta volta in quattro anni.
Oggi, domenica 10 novembre 2019, la Spagna torna alle urne per rinnovare il Parlamento. Si vota in Spagna per le elezioni politiche per la quarta volta in quattro anni.
Aggiornamento 8:00, 11 novembre: Lo spoglio per il Congreso si è concluso. Di seguito i risultati definitivi:
- PSOE: 120 (-3)
- PP: 88 (+22)
- Vox: 52 (+28)
- Unidas Podemos: 35 (-7)
- ERC: 13 (-2)
- Ciudadanos: 10 (-47)
- Junts per Catalunya: 8 (+1)
- PNV: 7 (+1)
- Altri: 17 (+7)
Al Senado mancano pochissime sezioni, di seguito la situazione aggiornata:
La diretta è conclusa: appuntamento a lunedì per le analisi e i commenti. Grazie per averci seguito
23.30: al 99% dello scrutinio, l’unica novità è il PP, che perde un seggio rispetto al precedente aggiornamento.
23.05 Si possono già cominciare a tirare le somme rispetto alle odierne Politiche spagnole:
Il primo dato da sottolineare è la netta avanzata di Vox. Il partito di estrema destra è riuscito probabilmente ad attrarre molti elettori del Partito Popolare anche e soprattutto grazie alla rigidità sulla questione catalana (come dimostra il risultato madrileno) ma non solo grazie a questo: sul successo della formazione anche l’approccio duro al contrasto dell’immigrazione clandestina. Nel frattempo, Ciudadanos di fatto sparisce dal panorama politico, i suoi consensi sono andati a rafforzare il Partito Popolare in chiave “voto utile”, però, solo le analisi post voto mostreranno in che modo abbia pesato l’affermazione di Vox sulla debacle di C’s. In questo quadro, spicca il risultato in ripresa del PP che potrebbe diventare l’ago della bilancia per la formazione di una maggioranza.
Secondo dato, forse il più importante: lo stallo politico in cui vive la Spagna da ormai 4 anni, allo stato dei fatti, sembra destinato a continuare. I socialisti mantengono le posizioni come, tutto sommato, nonostante una flessione evidente, il blocco di sinistra nel suo complesso. Sarà quest’ultimo che avrà ancora una volta per primo l’occasione di sbloccare la situazione ma l’esperimento è d’altra parte già fallito dopo le votazioni dello scorso aprile. Tra l’altro, qualsivoglia alleanza tra partiti in questo momento non ha effettivamente i numeri per governare. Potrebbe risolvere la situazione, ma è uno scenario totalmente da verificare, un governo socialista appoggiato dai popolari con l’astensione, tuttavia, il premier Sanchez al 99% dovrebbe farsi da parte per chiudere un accordo del genere.
23.00 La ripartizione dei seggi quando ormai manca pochissimo alle operazioni di conteggio dei voti
22.30 La nostra grafica sulla ripartizione dei seggi mentre lo scrutinio è arrivato al 94%
22.25 Alla fine dello spoglio, il blocco di sinistra dovrebbe contare su 158-159 parlamentari, il blocco di destra su 151-152 (il primo perde 6 seggi mentre il secondo ne guadagna 2); entrambi gli schieramenti sono comunque molto lontani dalla soglia di 176 seggi necessari per formare una maggioranza in parlamento
22.20 La ripartizione dei seggi alla Camera spagnolo con il 90% delle schede scrutinate
22.15 Coro di complimenti da parte dei leader della destra nostrana Salvini e Meloni, ma anche di quella d’Oltralpe facente capo a Marine Le Pen, per l’importante, anche se in qualche modo previsto dai sondaggi, risultato di Vox.
22.10 La composizione della Camera spagnola con lo scrutinio ormai giunto oltre l’80%
22.05 Quando lo scrutinio volge ormai al termine, sembra sempre più probabile il permanere dello stallo politico in cui la Spagna versa da ormai quattro anni. Infatti, né il blocco di sinistra né quello di destra avanzano rispetto alle attuali posizioni (anche se al loro interno il rapporto di forze tra i partiti appare mutato). Molto probabilmente nella partita per la formazione di una maggioranza il pallino resterà in mano all’attuale premier socialista Sanchez.
22.00 La composizione dei seggi mentre lo spoglio è ormai avanzato oltre il 70% delle schede
21.55 Nella regione più popolosa del paese, l’Andalusia, Vox fa meglio del Partito Popolare. Nelle circoscrizioni più piccole, il partito di destra prende tutto il consenso in precedenza accordato a Ciudadanos.
21.50 Uno sguardo alle comunità: Psoe primo partito in 10 (Asturie, La Rioja, Aragon, Extremadura, Madrid, Castilla-La Mancha, Valencia, Andalusia, Baleari, Canarie), ne perde 4 rispetto ad aprile; alla scorsa tornata non ne aveva presa nessuna, ora PP avanti in 3 (Galicia, Cantabria, Castilla y Leon), Vox in una (Murcia). Paesi Baschi, Navarra, Catalogna vanno alle rispettive maggiori liste localistiche, come di consueto.
21.45 Questa la composizione della camera spagnola mentre lo spoglio ha superato il 60% delle schede
21.43 Sempre più evidente come Vox abbia notevolmente incrementato i propri consensi attirando l’elettorato popolare ma anche cannibalizzando Ciudadanos; il blocco di sinistra è ora più avanti, 162 seggi, a quello di destra (147).
21.40 In Catalogna gli indipendentisti di ERC crescono di un seggio arrivando a quota 23
21.35 Questa la ripartizione dei seggi mentre lo spoglio è arrivato al 40%
21.30 Al momento, il blocco di destra prenderebbe una quindicina di seggi in meno rispetto a quanto ipotizzato dalle proiezioni dei sondaggisti diffuse dopo la chiusura delle urne.
21.25 In questo momento Vox ha superato Podemos nella capitale Madrid. Per quanto riguarda la Catalogna, da segnalare il risultato del Psoe in vantaggio sull’Erc a Barcellona, che però è avanti a Terragona, Lleida e Girona.
21.20 Continua lo spoglio, ora oltre il 26%. Nella grafica del ministero spagnolo il risultato nelle singole Comunidad
21.15 La composizione della Camera mentre lo spoglio è arrivato al 23% nella grafica Tp
21.10 I primi dati reali vedono i socialisti andare meglio di quanto si pensasse guardando gli exit
21.00 Chiudono i seggi anche alle Canarie; cominciano a essere diffusi i primi dati reali.
20.45 Nella comunità di Valencia, i socialisti si confermano primo partito
20.40 Arriva anche la proiezione dei seggi del quotidiano El Diario: il miglioramento delle forze di destra rispetto alla tornata di aprile scorso è palese, tuttavia, se la situazione alla fine fosse questa, avrebbe più possibilità di formare una maggioranza il blocco delle forze di sinistra.
20.35 Innegabile il peso della questione catalana sul voto: mentre Vox potrebbe aver raddoppiato i deputati proprio cavalcando le posizioni più anti-secessioniste, gli indipendentisti – nel migliore degli scenari – potrebbero arrivare a 25 seggi, aumentando così il proprio peso in parlamento.
20.30 Anche nella Comunidad di Madrid avanza la destra con Vox, probabilmente sul risultato pesa la forte presa di posizione contro l’indipendenza catalana.
20.27 Questi gli exit che si riferiscono al voto nelle Isole Baleari: la destra raddoppia la propria rappresentanza.
20.25 Questi gli exit che si riferiscono al voto nella regione della Galizia: praticamente tutto invariato rispetto al voto di 6 mesi fa, a parte un lieve incremento dei consensi per il Partito Popolare
20.20 I partiti di centrodestra, Popolari e Ciudadanos, insieme a Vox formerebbero una coalizione da 157-166 seggi, anche se la maggioranza è posta a 176 seggi difficilmente li vedremo al governo visto che non verrebbero sostenuti da altre forze dell’arco costituzionale. Dal canto loro, Psoe, Unidas Podemos e Mas Pais, cioè le forze di centrosinistra e sinistra, unendosi non dovrebbero superare quota 147-156 seggi.
20.18 La grafica di TP con la distribuzione dei seggi in base agli exit: il partito di destra Vox dovrebbe essere il vero vincitore della tornata.
20.15 Questi gli exit poll relativi ai seggi conquistati dai vari partiti in Catalogna, regione chiave per il voto nazionale di oggi
20.10 Questa la composizione della Camera spagnola secondo gli exit diffusi dalla rete nazionale RTVE
20.05 Sempre stando ai primi exit, i socialisti potrebbero perdere tra i 4 e i 9 deputati e UP tra gli 8 e i 12 rispetto alle elezioni del 28 aprile, con Mas Pais che ne guadagnerà 3 all’esordio. I Popolari, invece, alla fine potrebbero contare su 19-24 deputati in più, Vox dovrebbe ottenere 32-25 deputati, il doppio circa di quelli attuali, Ciudadanos potrebbe perdere addirittura una quarantina di deputati.
20.00 Diffusi i primi exit, questo è dell’istituto Sociometrica per il quotidiano El Español: Socialisti al 26%, un po’ sotto le aspettative; in linea con le impressioni della vigilia, Popolari e UP, migliora il risultato di aprile scorso Vox, male Ciudadanos
19.55 Tra pochi minuti arriveranno la rete televisiva nazionale spagnola RTVE diffonderà i primi exit poll
18:26 Da electomania.es le mappe dell’affluenza e della sua variazione rispetto ad aprile.
A calare decisamente meno la partecipazione in Andalusia, nei Paesi Baschi e nella regione di Valencia.
Valencia era una roccaforte del PP ma recentemente degli autonomisti
L’Andalusia era feudo socialista ma la destra ha vinto le ultime regionali.
I Paesi Baschi sono da sempre autonomisti, ma è la sua provincia più unionsita quella in cui l’affluenza addirittura cresce.
I pronostici sull’influenza di questo calo dell’affluenza rimangono aperti.
18:18 L’affluenza si conferma in calo, del 3,9%, al 56,8% circa. Si collocherà presumibilmente a metà strada tra quella del 2016 dell’aprile del 2019
18:00 a momenti arriveranno i primi dati sul parziale dell’affluenza delle 18:00. Ricordiamo che le urne si chiudono tra due ore. Lo spoglio inizierà non appena si concluderanno le operazioni di voto. Per le 22:00 potremmo avere già dati sufficienti per decretare la vittoria (relativa) dell’una o dell’altra forza politica.
17.25 Ricordiamo che alle 18:00 escono i nuovi dati sull’affluenza. Il parziale delle 18:00 sarà esposto dal centro elettorale. Ricordiamo che se dovesse proseguire questo trend, l’affluenza definitiva non dovrebbe superare il 70%.
16.35 Vi mostriamo l’infografica elaborata da Termometro Politico basata sugli ultimi sondaggi elettorali elaborati dai principali istituti demoscopici. Come si può notare, il partito che ne uscirebbe peggio da questa ripetizione elettorale è senz’altro Ciudadanos, che perderebbe oltre la metà dei seggi conquistati ad aprile. Vox (+18) e il Partido Popular (+27) vedrebbero, invece, un notevole incremento dei seggi. Reggono PSOE (-1) e UP (-5).
16.00 Arrivati alle quattro del pomeriggio e a quattro ore dalla chiusura dei seggi, cresce l’hashtag della forza ultranazionalista guidata da Santiago Abascal. #YovotoVox è entrato nella top ten della trending topic di twitter in Spagna.
14.48 Dal sito electomania.es le mappe dell’affluenza e della variazione della stessa. Si vota di più nella provincia di Valencia e in Aragona. La partecipazione alle urne cala di più nelle aree più rurali
14.20 Arrivano i dati sull’affluenza delle ore 14:00. La partecipazione si attesta poco al di sotto del 38%. Con il 97% dei risultati sulla partecipazione inviati dai seggi elettorali, l’affluenza si ferma al 37,92%. Un dato inferiore rispetto a quello della tornata elettorale di primavera (28 aprile), nel quale alle 14:00 aveva votato il 41,49% degli aventi diritto (equivalente a circa 14 milioni e mezzo di elettori). Il calo di partecipazione era stato messo in preventivo dalla totalità degli istituti demoscopici e dagli stessi leader politici, i quali hanno insistito notevolmente – negli ultimi due giorni di campagna – sulla necessità di accorrere alle urne.
13.30 Mentre attendiamo i dati sull’affluenza, vediamo le immagini dei leader dei cinque partiti principali: tutti sono già andati a votare e hanno fatto un appello alla partecipazione (una prassi ormai naturalizzata e che trova riflesso anche sulle reti sociali).
Il presidente e inquilino della Moncloa, Pedro Sánchez, chiede di partecipare massivamente per “rendere più forte, con il nostro voto, la democrazia”.
Dal profilo twitter ufficiale di Podemos, si mostra il momento in cui Pablo Iglesias mette la papeleta nell’urna. Si incide sull’importanza del voto di oggi: “si decide se avremo un governo progressista, che ci farà avanzare, o uno che ci farà retrocedere in diritti e libertà”
Il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, chiedi di “votare quello che sei”.
“Ho votato liberale, ho votato l’unione a fronte della divisione, ho votato il rispetto contro il settarismo, ho votato il coraggio e ho votato per porre la Spagna in marcia”.
Il leader del Partido Popular, Pablo Casado, ringrazia tutti coloro che rendono possibile questa giornata elettorale, dagli scrutatori fino alle forze dell’ordine (facendo un riferimento determinato alla Catalogna).
Anche il leader di Santiago Abascal ha già votato nel suo collegio di Madrid (a Pinar del Rey, nella zona nord della capitale). Nel commento all’uscita dal seggio, Abascal desidera che il risultato di queste elezioni serva a rafforzare la libertà in Spagna e che favorisca la concordia nazionale”.
13.10 Ricordiamo, con una nostra infografica, la distribuzione del voto per provincia nelle ultime elezioni generali del 2019. Si può notare come il PSOE sia risultato il primo partito in quasi tutte le province iberiche. Ciò è dovuto non tanto a un gran risultato dei socialisti, quanto al batacazo ricevuto dal Partido Popular.
12.15 Facciamo il punto della situazione prima dei primi dati sull’affluenza: dopo l’unico dibattito elettorale tra i candidati delle cinque principali forze politiche, i vincitori sembrano esser stati Pablo Iglesias (UP) e Santiago Abascal (Vox). Il primo è stato valutato come il vincitore del dibattito dalla gran parte degli analisti e dei sondaggi. I maggiori benefici elettorali, però, andrebbero alla formazione ultranazionalista guidata da Abascal. Vox potrebbe aver convinto, in extremis, tanti votanti di Ciudadanos a dirigere lo sguardo verso destra. Secondo molti istituti, Vox è attualmente la terza forza politica in Spagna. Il gran pregiudicato dal dibattito elettorale e, in generale, da questi mesi di stallo, risulta essere Albert Rivera e il suo partito liberale, Ciudadanos. Gli “arancioni” (naranjas) vedrebbero un tracollo dei consensi, a causa dell’eccessivo stiramento ideologico (con ammiccamenti continui sia a sinistra che a destra).
12.00 alle 14:30 verranno diffusi i dati dell’affluenza (ore 14:00). La maggior parte dei sondaggi concordano nel riportare un calo dell’affluenza, legato in particolar modo alla disillusione generata – all’interno dell’area progressista – dal mancato accordo tra UP e PSOE.
11.45 Su twitter entrano immediatamente in trending topic gli hashtag #eleccionesgenerales10N (al primo posto), seguito da #Votaporfavor e #UnidasPodemos10N. Quest’ultimo è l’hashtag lanciato per la campagna di Unidas Podemos. UP e Vox sono i partiti che negli ultimi tempi sono riusciti a generare più movimento e dibattito in rete, mentre il PSOE e, in particolare, il PP, stentano a decollare sui social network.
11.40 Come annunciato dal centro elettorale, le operazioni di voto sono cominciate senza alcun problema in tutto il territorio iberico (isole Canarie incluse). Si attendono notizie dalla Catalogna: dalla sentenza del proces (che ha portato alla conferma della reclusione per alcuni dei principali leader dell’indipendentismo), il movimento separatista si è riversato per le strade della Regione. Gli scontri – particolarmente duri – hanno riportato la questione catalana al centro dell’attenzione mediatica e politica.
11.30 Segui la diretta TP delle elezioni spagnole!
Elezioni Spagna: le ultime solo ad aprile
Le ultime elezioni Politiche in Spagna si sono tenute solo pochi mesi fa, precisamente il 28 aprile 2019. In quell’occasione, come primo partito del paese si è imposto il Partito Socialista (PSOE) guidato da Pedro Sánchez. Tuttavia, l’impossibilità di formare una maggioranza in Parlamento, visto il fallimento del dialogo tra lo stesso PSOE e Unidas Podemos (coalizione di forze di sinistra capitanata da Pablo Iglesias) ha portato ad indire una nuova tornata elettorale. E, come detto, si tratta della quarta volta negli ultimi quattro anni. Le maggiori criticità nei negoziati tra le due formazioni sono emerse a proposito, non tanto del programma dell’esecutivo, ma sulla distribuzione degli incarichi governativi e, più precisamente, sulle competenze. Secondo la proposta del Partito Socialista, circa l’80% del budget sarebbe stato controllato dai ministri in quota PSOE. Inoltre, i ministeri offerti a Unidas Podemos (Casa, Educazione, Sanità) avrebbero avuto competenze limitate (in quanto trasferite, in gran parte, alle Comunità Autonome).
Verso una nuova situazione di stallo?
Secondo gli ultimi sondaggi, alle elezioni di domenica 10 novembre 2019 dovrebbe affermarsi ancora una volta in testa ai partiti il PSOE. I socialisti potrebbero superare di poco il 27%, in calo di circa mezzo punto di percentuale rispetto al voto dello scorso aprile.
Dietro il Partito Popolare (PP) che, in crescita di quasi quattro punti dall’ultima tornata (la peggiore della storia), sembra destinato a sfiorare il 21%. Unidas Podemos dovrebbe attestarsi tra il 12 e il 13%. Risultato simile a quello che potrebbe arrivare per il partito sovranista Vox (13,5%). Ciudadanos è dato al 9% (in calo di quasi 7 punti, dovuto principalmente all’avanzata di Vox). L’esordiente formazione di centrosinistra Más País dovrebbe raggiungere il 3,5%. Quest’ultima nasce da una costola di Podemos: l’ex numero 2 di Pablo Iglesias, Íñigo Errejón, e l’ex sindaca di Madrid (Manuela Carmena) hanno deciso di creare la propria sigla.
Una scissione che era nell’aria già da tempo ma che si è concretizzata solo in prossimità delle ultime elezioni comunali e regionali. Agli inizi del 2019, nell’anniversario della formazione di Podemos, Errejón ha dato l’annuncio che ha portato alla prima scissione nella storia del partito di Iglesias.
Considerando che per avere la maggioranza bisogna raggiungere quota 176 seggi, la Spagna sembra destinata a ritrovarsi ancora impantanata in un nuovo stallo politico. Ma bisognerà fare i conti con i risultati definitivi. Le urne saranno aperte dalle ore 9,00 alle ore 20,00. Stando alle intenzioni di voto ed alle attese sulla base dei sondaggi, infatti, l’unica alleanza di governo possibile sarebbe quella tra PSOE e Unidas Podemos. Tuttavia, Sánchez chiede reiteratamente di governare da solo, anche grazie all’astensione di Ciudadanos (liberali) e Partido Popular (conservatori).
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