Reddito di cittadinanza: beneficiario ma proprietario di un albergo
Non passa giorno, si può dire usando un’espressione proverbiale, senza che venga scoperto un nuovo caso di abuso riguardante il Reddito di cittadinanza
Non passa giorno, si può dire usando un’espressione proverbiale, senza che venga scoperto un nuovo caso di abuso riguardante il Reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: il caso dell’albergatore di Rimini
Scorrendo i casi dei “furbetti” del Reddito di cittadinanza (qui un nostro recente articolo sullo stesso argomento) fin qui noti non sempre ci si trova di fronte a situazioni di marginalità sociale, povertà assoluta e lavoro a nero. In questi giorni, per esempio, la Guardia di Finanza di Rimini ha scoperto che un 70enne percepiva l’assegno assistenziale nonostante fosse proprietario di un albergo (non più in attività però) dal valore commerciale stimato di 800mila euro. È intuibile come l’uomo abbia presentato in sede di richiesta una dichiarazione Isee mendace: all’Inps, insomma, comunicava di avere come unica fonte di sostentamento una pensione sociale.
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Tra l’altro, si presume nel tentativo di evitare controlli affermava di essere residente in una casa non di sua proprietà. Per questi motivi gli era stata concessa la Rdc card sulla quale da diversi mesi ormai gli veniva erogato il beneficio. Durante gli accertamenti delle Fiamme Gialle romagnole è inoltre emerso come l’anziano percepisse indebitamente anche altre prestazioni sociali: il che, come risulta ovvio, non potrà che aggravare la sua posizione di fronte all’autorità giudiziaria.
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Cosa rischiano i “furbetti”?
Secondo quanto precisato dalla normativa riguardante il reddito di cittadinanza chi dichiara il falso o produce documentazione falsa al momento di fare domanda all’Inps per ottenere il sussidio rischia la reclusione da 2 a 6 anni. Invece, chi non comunica eventuali variazioni del reddito, del patrimonio o del nucleo familiare per continuare a percepire l’Rdc in egual misura può essere punito con la reclusione da 1 a 3 anni e condannato alla restituzione della somma percepita indebitamente.
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