Si tratta di un artificio degno di un film di spionaggio, quello utilizzato da un imprenditore romano, per aggirare – con una falsa identità – i controlli dello Stato sulle gare d’appalto cui prendeva parte, pur avendo precedenti penali alle spalle. È servita infatti un’operazione ad hoc, denominata “alter ego”, per individuarlo e stanarlo. Vediamo più da vicino i dettagli della vicenda.
Falsa identità e operazione “alter ego”: la vicenda
Il trucco, in verità, è anche piuttosto banale: alterare la data di nascita indicata nei documenti di riconoscimento al fine di sfuggire ai controlli pubblici. È ben noto però che la legge vieta di cambiare la data di nascita a piacimento, ed a maggior ragione, se nell’intento di aggirare qualcuno: in queste ultime circostanze, in caso di falsa identità è in gioco infatti il reato di truffa.
Nell’ambito di una vasta operazione della GdF, diretta dalla Procura di Roma, infatti, sono stati arrestati impiegati pubblici ed imprenditori, sottoposti ad ordinanze cautelari. Dalle indagini compiute dalla polizia giudiziaria, è emersa la necessità di tali provvedimenti giudiziari, emanati dal GIP di Roma, verso ben 20 persone diverse, accusati di illeciti come corruzione, turbativa d’asta e falso nell’aggiudicazione di appalti pubblici. Tra questi 20 soggetti, come detto, ce n’è uno che per poter partecipare alle gare d’appalto, truccava i documenti di identità, nascondendo i precedenti penali che gli avrebbero altrimenti impedito l’accesso a tali gare. Insomma, una falsa identità costruita ad hoc per i suoi propositi criminosi.
Qual è stato l’espediente utilizzato?
Un trucco tanto banale quanto efficace, anzi talmente banale da passare inosservato.. fino alla recentissima scoperta della falsa identità. Infatti, l’imprenditore romano citato si era limitato a modificare la data di nascita – il 1955 – sostituendo l’ultima cifra, ovvero il 5, con l’uno, diventando così 1951.
Tanto è bastato per eludere svariati controlli dei pubblici funzionari, addetti ai controlli sul casellario giudiziale e sui carichi pendenti: ricordiamo infatti che, da tali controlli, occorre uscire “indenne” per poter accedere alla gara d’appalto. Ebbene, con la data modificata e la falsa identità risultante, l’imprenditore citato era riuscito a prendere parte agli iter di aggiudicazione, fino alle indagini della polizia giudiziaria, di tale grado di complessità e dettaglio, da riuscire finalmente a smascherarlo.
Pertanto, l’imprenditore con falsa identità – ora recluso in prigione e non più in grado di svolgere la sua attività criminosa – si trova imputato non soltanto con la contestazione, da parte della Procura di Roma, di aver truccato gli appalti pubblici, ma anche con quella di aver posto in essere una truffa con induzione in errore degli addetti ai controlli.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it