Google Trends e la politica italiana
Google Trends e la politica italiana
Concediamoci, per una volta, un gioco. Facciamo finta che Google Trends sia in grado di darci una qualche rappresentazione della realtà politica italiana. Dopotutto, internet è uno strumento sempre più utilizzato, sia dagli elettori che dagli stessi partiti, che iniziano a comprendere l’importanza della comunicazione politica in rete (come mostrato dal Termometro Politico [1]). Inoltre, molto spesso i tentativi di comprendere l’elettorato si basano su sondaggi dalla metodologia tutt’altro che solida (campioni non rappresentativi o troppo esigui, questionari mal predisposti, etc.). Rispetto a questi ultimi, il nostro gioco ha il vantaggio di essere immediato, gratuito e sperimentabile da ciascun lettore.
[ad]LEGENDA: Blu = Dario Franceschini. Rosso = Pierluigi Bersani. Giallo = Ignazio Marino.
Chiediamoci dunque: cosa ci rivela Google Trends della politica italiana? Quali scenari dipinge il nostro gioco?
Una breve ma necessaria nota esplicativa e metodologica. Google Trends misura quanto spesso una parola sia oggetto di ricerche rispetto al totale delle ricerche effettuate in un determinato periodo e in una determinata area geografica. In sostanza basta digitare un termine (ad esempio, “Franceschini”) e Trends produrrà un grafico come questo
in cui la linea azzurra in alto rappresenta il Search Volume Index, ovvero il rapporto tra il numero di ricerche effettuate in rete per il termine “Franceschini” (nel periodo considerato, in questo caso gli ultimi dodici mesi, e nella regione selezionata, l’Italia) e il numero totale di ricerche effettuate (sempre nel periodo e nella regione selezionati); la linea in basso è invece il News Reference Volume, che mostra quante volte il termine sia apparso su Google News (ma la nostra analisi lo ignorerà). Un valore di 1.00 per il primo indice rappresenta il valore medio delle ricerche effettuate e dunque la scala di riferimento per valutarne le variazioni.
Facendo un po’ di attenzione (ad esempio, digitando “Silvio Berlusconi” invece di “Berlusconi”, così da omettere i risultati per Barbara, Piersilvio e il resto della famiglia Berlusconi) si possono ottenere risultati interessanti.
Tutti i grafici faranno riferimento all’Italia negli ultimi dodici mesi.
I leader dei principali partiti italiani
Per prima cosa chiediamoci: quali tra i leader dei diversi schieramenti attraggono maggiormente l’attenzione dell’elettorato (almeno, di quello attivo in rete)?
Legenda
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Giallo = Antonio Di Pietro
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Verde = Dario Franceschini
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Viola = Umberto Bossi
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Rosso = Pier Ferdinando Casini
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Blu = Silvio Berlusconi
Secondo Trends Silvio Berlusconi è oggetto di maggiori attenzioni per quasi l’intero arco dei dodici mesi, con un picco di oltre quattro volte il valore medio in concomitanza dell’esplosione del “Noemigate” nel maggio 2009. Il grafico sembra indicare che l’interesse per le vicende a sfondo sessuale del Presidente del Consiglio abbia iniziato a scemare già a luglio e che dunque le successive battaglie di Repubblica non abbiano lasciato particolari segni. Un altro dato interessante è rappresentato dal fatto che il vero leader dell’opposizione, secondo il nostro gioco, sarebbe Antonio Di Pietro, che si attesta su valori decisamente superiori a Dario Franceschini tranne tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo del 2009, ovvero quando viene eletto segretario del PD. L’interesse per l’ex PM rimane praticamente invariato per tutta la durata dell’anno, segnalando un alto grado di fedeltà nell’elettorato. Colpisce la scarsa rilevanza di Umberto Bossi, che non riceve praticamente alcuna attenzione da parte degli utenti della rete. Anche questo è un dato significativo, soprattutto se si pensa al trionfo elettorale della Lega Nord nel 2008. Si potrebbe ipotizzare che l’elettorato della Lega non sia costituito da utenti accaniti di internet; ipotesi suffragata anche dalla ruvida semplicità, al limite dell’arretratezza, del sito del partito. Pier Ferdinando Casini è rappresentato da una linea rossa. Se non la vedete non sono i vostri occhi a fare cilecca: il dato prodotto da Casini è insufficiente ad apparire nel grafico.
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