Ieri, domenica 24 novembre 2019, al culmine di una stagione di tensioni con Pechino, a Hong Kong si sono tenute le elezioni locali: alla fine sono state partecipatissime e hanno visto trionfare i candidati “democratici”.
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Nella giornata di ieri, a Hong Kong si sono aperte le urne per eleggere i 452 membri dei 18 consigli distrettuali della regione a statuto speciale cinese. Un appuntamento non molto importante di per sé ma che per via delle violente proteste che ormai da mesi scuotono la regione per tanti ha rappresentato una sorta di referendum sul futuro di Hong Kong.
Alla fine, la tornata ha visto trionfare i candidati pro-democrazia: hanno conquistato ben 390 seggi, l’ultima volta che si era votato – nel 2015 – non ne avevano presi più di un terzo. Inoltre, si sono recati ai seggi oltre quattro milioni di persone, quattro anni fa l’affluenza non aveva superato il 47%.
Una “vittoria” più che altro simbolica
Dopo mesi di proteste contro le nuove ingerenze di Pechino sulla vita della regione semi-autonoma – la Cina controlla Hong Kong sin dal 1997 – l’appuntamento è stato visto come una “vittoria” dei manifestanti pro-democrazia anche se solo “simbolica”. Da un punto di vista strettamente tecnico, infatti, i consiglieri distrettuali hanno voce in capitolo esclusivamente su questioni locali, a differenza dei componenti del Consiglio Legislativo, cioè il “Parlamentino” di Hong Kong (eletto direttamente dai cittadini solo per metà).
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Tuttavia, aumenta il peso dei pro-democrazia sul Comitato cui spetta indicare il Governatore della regione: quest’ultimo è composto però solo per un decimo da consiglieri locali, dunque, rimarrà comunque sotto lo stretto controllo di Pechino, a meno di clamorosi stravolgimenti, almeno fino al 2022 quando sarà chiamato a nominare il nuovo capo esecutivo di Hong Kong. Detto ciò, il risultato e la partecipazione alle votazioni, oltre a indicare un supporto pressoché generale per le proteste, vanno intesi come un chiaro segnale della crescente insoddisfazione per le scelte dell’attuale establishment della regione e, soprattutto, della governatrice Carrie Lam.
Articolo aggiornato per correggere e puntualizzare che il controllo sull’elezione del Governatore è in mano alla Repubblica Popolare Cinese.
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