Il Reddito di cittadinanza, alla stregua di Quota 100, anima il confronto politico. E se da una parte le opposizioni, qui l’ultimo intervento di Giorgia Meloni a nome di Fratelli d’Italia contro la misura, la contestano c’è invece un atteggiamento degli esponenti dell’esecutivo che confermano la direzione di marcia intrapresa con l’ok fortemente ispirato dal Movimento 5 Stelle.
RdC, il tema dei controlli
Ospiti della puntata del 26 novembre 2019 su La7 della trasmissione tv DiMartedì condotta da Giovanni Floris si sono confrontati sul punto il giornalista del Corriere della Sera Massimo Franco ed il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Partendo da una premessa secondo cui i controlli effettuati sinora sul Reddito di Cittadinanza siano stati poco efficaci, Massimo Franco ha chiesto al ministro: “siccome controlli non ce ne sono e vengono già fuori in queste indagini quasi casuali dei casi di truffa eclatanti volevo sapere se voi ritenete sul RdC di intervenire per abolirlo, per ristrutturarlo oppure se il fatto che rappresenta un provvedimento bandiera per il MoVimento 5 Stelle vi impedirà di intervenire e di avere controlli più stringenti?”.
Reddito di cittadinanza, Gualtieri: giusto che l’Italia abbia misura di sostegno alla povertà
La risposta del ministro è stata abbastanza diretta e altrettanto chiara: “Noi non aboliremo il Reddito di Cittadinanza che al di là del nome è una misura universale di sostegno alla povertà, ai redditi più bassi. Esiste in tutta Europa ed è giusto che anche l’Italia l’abbia”.
“Stiamo – ha aggiunto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – da una parte rafforzando l’effetto dei controlli ma soprattutto dobbiamo intervenire per rafforzare, costruire questo secondo pilastro della misura che obiettivamente è ancora inefficiente: quello dell’avviamento al lavoro”.
Ricordiamo infatti che la misura è nata per sostenere le famiglie con redditi più bassi e contemporaneamente accorciare la distanza tra la domanda e l’offerta di lavoro. In pratica l’impianto del RdC si propone di re-inserire dal punto di vista lavorativo chi ha perso o non ha un lavoro. Sinora, secondo quanto dichiarato dal ministro, proprio la parte relativa alla individuazione di nuovi impieghi professionali è risultata carente rispetto alle intenzioni di partenza.
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