Più ci si avvicina alla fine dell’anno, più si sente parlare della nuova Legge di Bilancio e dei vari correttivi introdotti relativamente alle misure. Tra gli oggetti di questi correttivi spicca anche l’Ecobonus, ovvero la detrazione fiscale riconosciuta su determinati interventi finalizzati alla riqualificazione energetica delle strutture abitative.
Ecobonus: accredito diretto su conto corrente dedicato, come funziona
Tra le novità in arrivo nel prossimo anno spiccano proprio quelle riguardanti le modalità per la fruizione del bonus ecologico. Per venire incontro alle esigenze delle piccole imprese ed evitare il problema dello sconto in fattura, l’accredito delle somme derivate dall’agevolazione potrebbe essere effettuato su un apposito conto corrente dedicato. Si potrà pertanto optare per lo sconto in fattura o per la citata modalità di riconoscimento tramite accredito su C/C dedicato. Quest’ultimo, peraltro, non concorrerà alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi.
Dovrebbe poi permanere la possibilità di fruire del bonus per mezzo della cessazione del credito, per un importo variabile tra il 65% e il 75% della spesa sostenuta per l’intervento, come riporta QuiFinanza.
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Ecobonus: accredito su C/C, le tempistiche
Entrando più nel dettaglio, nel relativo emendamento si legge della possibilità di usufruire dell’ecobonus tramite il “riconoscimento di un credito di importo pari all’ammontare della detrazione che sarebbe spettata da erogare in un conto dedicato, non concorrente alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi”.
Le tempistiche dell’accredito diretto sul conto corrente, invece, non sono ancora note. Mentre per quanto riguarda lo sconto in fattura permangono i 10 anni, per ciò che concerne l’accredito sul conto corrente, spetterà all’Agenzia delle Entrate definire i tempi di riconoscimento, che potrebbero comunque restare tali.
Associazioni dei consumatori insoddisfatte
Le associazioni dei consumatori non sembrano tuttavia soddisfatte di questa novità, la quale andrebbe a causare ulteriori adempimenti e costi del contribuente che dovrà farsi carico delle spese di gestione del conto. “O si incentivano seriamente i consumi oppure tanto vale lasciare le così come sono”, è la chiosa.
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