Tasse Google e Amazon: i giganti del web, tra cui rientrano a pieno titolo sia Google che Amazon, fatturano ogni anno cifre da capogiro, tuttavia, solo le briciole vengono pagate al fisco italiano.
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Un recente studio condotto dagli esperti di Mediobanca ha scandagliato i conti dei primi 25 colossi digitali del mondo. Google e Amazon, Apple e Microsoft e tutte le altre maggiori società del settore WebSoft, che cioè si occupano sia di servizi internet che di sviluppo software, hanno generato un volume di affari del valore di 850 miliardi di dollari solo nel 2018 (+24,5% rispetto al 2017, +109,7% rispetto al 2014).
Nello stesso anno, considerando solo l’Italia, i loro guadagni si sono aggirati intorno ai 2 miliardi e mezzo: tuttavia, al fisco nostrano sono finiti soltanto 64 milioni di euro (nel 2017 erano stati ancora meno, 59 milioni). Una cifra esigua anche considerando che bisogna aggiungere ulteriori 39 milioni di sanzioni (73 milioni l’anno prima).
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Quanto hanno risparmiato i giganti del web?
D’altra parte, è da sottolineare che i colossi del WebSoft in Italia, attraverso le proprie controllate, hanno creato più o meno 9.800 posti di lavoro al 2018 (quasi 2mila occupati in più rispetto al 2017), di questi 4.600 sono riconducibili alle sole società del gruppo Amazon (che tra il 2014 e il 2018 ha quadruplicato il numero dei propri dipendenti).
Detto questo, le grandi aziende digitali, riferisce sempre lo studio di Mediobanca, avendo sede in paesi che offrono una tassazione agevolata, tra il 2014 e il 2018 hanno risparmiato una cinquantina di miliardi di tasse (risparmio medio annuo di 12 miliardi di euro). Apple da sola ha risparmiato quasi 25 miliardi in questo lasso di tempo avendo sede in paesi che offrono una fiscalità agevolata.
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