Nilde Iotti: biografia, carriera e chi era l’esponente del Partito Comunista
A vent’anni dalla morte, il messaggio el’insegnamento di Nilde Iotti sono ancora attuali. Ripercorriamo la vita di una figura-simbolo della politica.
Sono passati venti anni dalla scomparsa di Nilde Iotti. L’emittente di Stato ha scelto di renderle omaggio con Storia di Nilde che andrà in onda dal 5 Dicembre su Rai 1. L’esponente del PCI e prima donna Presidente della Camera sarà interpretata da Anna Foglietta, che di lei ha detto: “Dobbiamo tantissimo a Nilde Iotti. Dovremmo onorarla di più. Oggi, se fosse ancora viva, in Parlamento farebbe tantissimo, si batterebbe come una leonessa per evitare le ingiustizie”. Ripercorriamo allora la vita di una personalità tra le più importanti della storia della Repubblica.
Nilde Iotti: una figura emblematica
Nilde Iotti è stata una delle figure più emblematiche della vita politica in Italia per oltre 50 anni. Ha fatto parte della Camera dei Deputati dal 1948 al 1999, quando si ritirò da ogni incarico. La sua azione, come Deputata e poi Presidente della Camera, ebbe come punto focale l’affermazione dei diritti delle donne; questo aspetto assume ancor più rilevanza se si pensa al contesto socio-culturale dell’Italia, specialmente nei primi anni della sua militanza politica. Lei stessa ne parlava così: “La presenza delle donne in Parlamento ha elevato i problemi delle donne come parte integrante della vita politica italiana. In passato questi problemi venivano tenuti a margine”. Durante la sua attività parlamentare si dimostrò coerente con queste parole.
La Resistenza e l’ingresso in Parlamento
Leonilde Iotti nacque a Reggio Emilia il 10 Aprile 1920. Il padre Egidio, socialista, faceva parte del sindacato e aveva lavorato alle Ferrovie prima di essere licenziato in ragione della propria militanza. In antitesi con la mentalità del tempo, desiderava che la figlia continuasse gli studi. Nilde Iotti non ne deluse le aspettative e conseguì una Laurea in Lettere e Filosofia all’università milanese del Sacro Cuore. Svolse per qualche tempo l’attività di insegnante nella sua città natale, ma dopo l’8 Settembre 1943 si unì alla Resistenza, militando nei Gruppi di difesa della donna. Terminato il conflitto, compì i primi passi verso un effettivo coinvolgimento politico: è segretaria dell’UDI (Unione donne italiane) di Reggio Emilia e nel 1946 fa parte del Consiglio comunale della sua città, come indipendente nelle liste del Partito Comunista.
Membro dell’Assemblea Costituente, nel 1948 fu eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati. Fu proprio nel 1948 che divenne pubblica la relazione che Nilde Iotti viveva, ormai dal 1946, con il leader comunista Palmiro Togliatti: era in sua compagnia quando Togliatti fu vittima di un attentato, per mano di Antonio Pallante. Il loro rapporto era mal visto all’interno dello stesso PCI, ma la Iotti rimarrà accanto al Migliore, con cui adottò Marisa Malagoli, fino alla morte di lui nel 1964.
Le leggi a favore delle donne e la Presidenza della Camera
Sin dai primi anni in Parlamento, Nilde Iotti delineò come obiettivo primario della propria azione politica la condizione femminile: nel 1955 promosse – come prima firmataria – una legge che provvedesse a un’assicurazione e a una pensione per le casalinghe. Riuscì a vincere, quasi vent’anni più tardi, nel 1974, incertezze e dubbi dell’allora Segretario comunista Enrico Berlinguer e a portare il proprio partito nello schieramento avverso all’abrogazione della legge sul divorzio. Pochi anni dopo, nel 1978, fu in prima fila per l’approvazione della legge sull’aborto. Fu presenza autorevole anche al Parlamento europeo dal 1969, anno in cui la delegazione comunista italiana ne fece per la prima volta parte, fino al 1979, anno in cui i Parlamentari europei vennero eletti direttamente. Una modifica istituzionale che lei stessa aveva caldeggiato. Il 1979, però, fu un anno fondamentale anche per la storia parlamentare italiana. Infatti Nilde Iotti venne eletta, al primo scrutinio, Presidente della camera con 433 voti su 615. Un incarico che manterrà fino al 1992, prima donna ad assumere tale funzione. Celebre il suo discorso di insediamento: “Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”. La Iotti svolgerà le sue mansioni con un equilibrio e un’imparzialità unanimemente riconosciuti.
Gli incarichi in italia e in Europa
Nel corso della sua attività parlamentare Nilde Iotti presiedette dal 1993 al 1994 la Commissione Bicamerale per le riforme istituzionali. In seno all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, svolse l’incarico di vicepresidente, oltre a guidarne la delegazione italiana nel periodo che va dal 1996 al 1999. Rifiutò l’offerta del Presidente Cossiga, nel 1991, di nomina a Senatrice a vita, preferendo continuare ad essere Presidente della Camera.
Nel 1992, scelta dal suo schieramento come candidata alla Presidenza della Repubblica, affermò a proposito della rilevanza, anche istituzionale, del ruolo svolto dalle donne: “Credo che siano maturi i tempi per una donna al Quirinale. Questo anche grazie al lungo cammino compiuto dalla donne in questi 50 anni nella lotta per i diritti e per una completa parità”. Era nondimeno attenta alle tensioni che, nel periodo della guerra fredda, mettevano a rischio la stabilità internazionale, favorendo un’escalation nella corsa agli armamenti, come dimostra questa sua presa di posizione sull’argomento: “La gara atomica è giunta a un limite pericoloso ed intollerabile, questo lo comprendono i cittadini semplici di ogni Paese. È giunto il momento che lo comprendano anche i loro governanti”.
Le dimissioni da Parlamentare, la morte e il ricordo di Napolitano
Il 18 Novembre 1999 Nilde Iotti si ritirò da ogni ufficio parlamentare: i suoi problemi di salute non le consentivano di svolgere appieno il suo ruolo. All’atto delle dimissioni, tutte le componenti del Parlamento si ritrovarono unite nel tributarle un cordiale e sincero plauso. Morirà pochi giorni dopo, il 4 Dicembre 1999, per arresto cardiaco.
Dieci anni dopo la sua morte, Giorgio Napolitano la ricorderà così: “Nilde Iotti ha rappresentato un esempio altissimo di rigore morale, di forte passione civile, di intelligente e totale impegno al servizio delle istituzioni del Paese. La sua lezione politica, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell’uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità”.
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