Altre novità in arrivo per le startup innovative: è stato infatti varato in questi giorni il cosiddetto Decreto voucher per tale tipo di società. Vediamo allora più da vicino in che cosa consiste e perché è così rilevante.
Decreto voucher e start up: chi sono i destinatari?
Anzitutto facciamo chiarezza sul concetto di startup, ovvero imprese tipicamente moderne e disciplinate dall’art. 25 del Decreto Crescita 2.0, convertito nella legge n. 211 del 2012. Tale articolo definisce le startup innovative come “società di capitali di diritto italiano, costituite anche in forma cooperativa, o europea fiscalmente residente in Italia, che abbiano come oggetto principale della propria attività la produzione, lo sviluppo e la commercializzazione di servizi o prodotti innovativi ad alto tasso di tecnologia. Sono startup innovative sia le srl che le spa, le sapa e le società cooperative”. Insomma, il connotato fondamentale che caratterizza una qualsiasi startup è il contesto tecnologico e gli strumenti tecnologici di cui si avvale.
La legge, in particolare, concede a tali imprese speciali agevolazioni e semplificazioni fiscali, nell’ottica della promozione dello sviluppo, dell’innovazione e della crescita del Paese. Tra esse, non può non essere menzionato quanto previsto dal recentissimo decreto voucher.
Che cosa prevede?
Come accennato, il decreto voucher attuativo è fresco di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: si tratta del “Voucher 3I – Investire in Innovazione“, previsto dal decreto Crescita, nella prospettiva di accompagnare e supportare le startup negli investimenti per tutto ciò che attiene all’innovazione tecnologica e digitale. Un sostegno, insomma, mirato ad avere un imprenditoria italiana sempre più al passo con i tempi. In sintesi, tale provvedimento ha lo scopo di aiutare le startup innovative nell’iter di brevettabilità e di valorizzazione degli investimenti tecnologici e digitali. Con il decreto voucher, sono state stanziate risorse finanziarie corrispondenti a 6,5 milioni di euro per ogni anno del triennio 2019-2021. Nello specifico, il decreto dispone:
- quali sono i servizi che potranno essere acquisiti dalle startup
- gli importi previsti con il voucher 3I
Per quanto attiene i tipi di importi previsti per voucher, essi sono 3 (art. 3 del decreto in oggetto, che reca il titolo “Servizi acquisibili tramite il voucher 3I):
- 2.000 euro per i servizi di consulenza legati alle ricerche di anteriorità preventive e alla verifica della brevettabilità dell’invenzione;
- 4.000 euro per i servizi di consulenza relativi alla stesura della domanda di brevetto e di deposito presso l’UIBM;
- 6.000 euro per i servizi di consulenza relativi al deposito all’estero della domanda nazionale di brevetto.
I servizi di cui all’art. 3, per l’acquisizione dei quali è possibile utilizzare il voucher 3I, possono essere forniti esclusivamente dai consulenti in proprietàindustriale e avvocati, iscritti in appositi elenchi predisposti rispettivamente dall’Ordine dei consulenti in proprietàindustriale e dal Consiglio nazionale forense (art. 5 del decreto voucher).
In conclusione, per quanto riguarda termini e modalità con cui effettuare la presentazione delle domande, sarà disposto in futuro un ulteriore provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico.
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