Nell’ottica della progressiva e continua digitalizzazione dei servizi, si inseriscono i cosiddetti buoni pasto elettronici, destinati – con tutta probabilità – a sostituire sempre più quelli tradizionali cartacei. Vediamo allora come funzionano e in che cosa si distinguono, anche sotto l’aspetto fiscale.
Buoni pasto elettronici: di che si tratta?
Facciamo chiarezza: i buoni pasto elettronici sono un vera e propria evoluzione digitale del buono pasto cartaceo, ovvero sono un servizio sostitutivo di mensa, ottenibile attraverso carta magnetica o a microchip, sfruttando una rete ad hoc di locali convenzionati e dotati di terminale POS in grado di leggere le carte elettroniche.
Tali buoni pasto elettronici, in pratica, sono contenuti in card consegnate dalla società emittente ai dipendenti dell’azienda cliente e, in particolare, configurate secondo standard decisi dall’azienda cliente. È quest’ultima, infatti, che stabilisce giorno, ora e luogo in cui i pasti possono essere effettivamente consumati.
A seguito della consumazione del pasto, la transazione è di fatto comunicata dal POS del ristorante, bar o altro locale, al server della società che ha emesso la card. In tale server è così memorizzata, al fine di consentire il rimborso al titolare del bar o ristorante, e la fatturazione da parte dell’azienda che ha richiesto il servizio.
Buoni pasto elettronici: come si differenziano da quelli tradizionali?
In comune con i buoni pasto tradizionali, hanno che sono documenti di legittimazione che permettono al titolare di usufruire di un servizio sostitutivo della mensa, per un valore corrispondente al valore facciale del buono stesso. Sostanzialmente, i buoni pasto elettronici non sono così lontani per contenuti e finalità rispetto ai buoni pasto cartacei: cambiano piuttosto le modalità di utilizzo, ma i “benefit” sono praticamente identici. Le differenze sono in pratica soltanto due:
- tracciabilità della sola transazione elettronica e conseguente rafforzamento della lotta all’evasione fiscale dei commercianti
- differente regime fiscale, più “agevolato” per i titolari di card elettroniche rispetto a quello previsto per i buoni tradizionali
Le agevolazioni fiscali per le card elettroniche
Le ragioni dell’auspicabile progressiva diffusione dei buoni pasto elettronici, a discapito di quelli tradizionali, stanno soprattutto nel regime fiscale agevolato. Infatti, i buoni pasto cartacei sono esclusi dall’imponibile fiscale e previdenziale sino a 5,29 euro al giorno, invece i buoni elettronici sino a 7 euro. Secondo le indicazioni che emergono dal disegno di legge di bilancio – ancora però da confermare definitivamente – pare che, dal prossimo anno, le soglie di esenzione saranno modificate, a tutto vantaggio delle card elettroniche. Si parla infatti di un passaggio a 4 euro di soglia di esenzione per i buoni cartacei, e di 8 euro per i buoni pasto elettronici.
Se le modifiche risulteranno confermate – e lo vedremo a breve – saranno con tutta probabilità vigenti a partire da metà gennaio 2020. Restano tuttavia le soglie attuali per i buoni assegnati fino alla fine dell’anno solare, in quanto ormai entrati nella disponibilità giuridica del lavoratore destinatario, e pertanto immodificabili.