Questo martedì 3 dicembre, UniCredit ha annunciato un piano strategico triennale che comprende 8.000 tagli di posti di lavoro nell’ambito di un progetto che mira ad aumentare significativamente il valore per gli azionisti. La notizia della presentazione del piano denominato Team 23 è rimbalzata in Italia ed in tutta Europa suscitando reazioni contrastanti ma lasciando prevalere un senso di fiducia nei confronti di UniCredit, pronta ad affrontare le sfide del mercato dei prossimi anni.
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Il piano di Unicredit
Il piano strategico del gruppo, che può vantare quasi 20 miliardi di fatturato annuo e del quale anche la Banca d’Italia ha partecipazioni azionarie, è stato presentato come un solido impegno alla creazione di valore per il mercato ed in particolare per gli azionisti per i quali si prevede la divisione dei proventi fino ad un 40% (di cui il 10% in riacquisto di azioni). Il tutto, nell’arco temporale che va dal 2020 a 2023.
L’agenzia Moody’s ha promosso il piano industriale rivedendo il rating per il gruppo UniCredit da Ba1 a Baa3, un cambiamento non di poco conto che trasforma il titolo UniCredit dal grado tipicamente speculativo al livello di investimento, seppur di grado minore. Non dello stesso tenore positivo è il giudizio del Ministro Paola De Micheli che punta il dito sugli esuberi pianificati da UniCredit nella misura di oltre 5000, per quanto riguarda il territorio italiano, sugli 8000 totali in Europa.
Non sono previste acquisizioni e i tagli al personale sono solo l’ultimo capitolo di una saga che vede quasi 27mila posizioni che ad oggi il gruppo UniCredit ha stralciato dalla propria organizzazione dall’anno 2007.
Il mercato risponde positivamente al piano lanciato da Bianchi e Mustier
La banca, tramite il CFO Mirko Bianchi, ha mostrato come il suo utile netto arriverà a crescere di 5 miliardi di euro entro il 2023, da una iniziale previsione di 4,7 miliardi di euro nel 2019, con un utile per azione in aumento del 12% all’anno. Il CEO Jean Pierre Mustier ha inoltre mostrato che il gruppo provvederà a restituire agli azionisti 8 miliardi di euro anche attraverso riacquisti di azioni che hanno lo scopo di limitare la propria esposizione al mercato oltre che aumentare il valore delle azioni scambiate. Dunque la risposta del mercato stesso non si è fatta attendere e le azioni hanno immediatamente registrato un incremento dell’1% del proprio valore per poi mantenersi in costante crescita allo 0,02% nelle fasi successive.
I quattro pilastri del piano quadriennale di Unicredit
Il piano strategico Team 23 si basa essenzialmente su quattro pilastri: l’aumento ed il consolidamento della base di clienti, l’ottimizzazione e la massimizzazione della produttività, la gestione del rischio e quella del capitale e bilancio. Al primo punto spicca la previsione di un tasso annuo di crescita composto allo 0,8% che sarebbe frutto di una politica particolarmente focalizzata sul target PMI e sull’ampliamento dell’offerta web. Il nodo cruciale al centro delle polemiche e degli obiettivi di ottimizzazione è sintetizzabile in 1 miliardo di euro di risparmi lordi che rappresenterebbero ben il 12% dei costi rilevati per l’esercizio del 2018. È evidente, e sottolineato nella relazione presentata agli stakeholders, che si naviga con una rotta precisa: un rilancio strutturale e commerciale coerente e che sia capace di conferire ad UniCredit un carattere resiliente e pronto alle prossime sfide del mercato finanziario.
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