Giancarlo Mozzoni: nessun risarcimento dopo la morte del figlio
Giancarlo Mozzoni: a distanza di 12 anni il padre di Roberto, morto investito, non ha ricevuto risarcimento. I soldi sono stati versati all’avvocato romeno.
Continua la battaglia del treiese Giancarlo Mozzoni che, dopo la morte del figlio avvenuta nel 2007, non ha ricevuto alcun risarcimento per la tragedia: «Mio figlio è stato ucciso, ma dopo dodici anni né io né suo figlio abbiamo avuto un euro di risarcimento. Neppure la sua auto mi è stata restituita e io non so davvero più a chi appellarmi.»
I fatti e la sentenza: risarcimento per i familiari
Giancarlo Mozzoni è il padre di Roberto, trentatreenne rimasto ucciso in un incidente stradale a Brasov, in Romania. Il ragazzo era andato a trascorrere il Capodanno in Transilvania insieme alla propria compagna. Durante le vacanze, la donna avrebbe chiesto di incontrare l’ex e, dopo un lungo litigio, Roberto sarebbe rimasto travolto dalla Seat Toledo dell’ex, Razvan Radu Baican. Oltre alla condanna dell’uomo, era previsto l’ordine di risarcimento per i familiari: l’assicurazione avrebbe dovuto risarcire circa 25mila euro al padre, e 35mila al figlio di Roberto. Ma, una volta informati della sentenza, in Italia non sono più arrivate notizie né sul risarcimento, né sulla macchina ancora nuovissima di Roberto Mozzoni.
La somma sarebbe stata versata all’avvocato Dinu Eugen Cristine, che non si è più fatto vivo
Nel 2014, Giancarlo Mozzoni, insieme all’avvocato di famiglia Renzo Merlini, fa causa all’Allianz, l’assicurazione del romeno che avrebbe dovuto pagare quanto previsto; ma solo a giugno del 2017, dopo una richiesta ufficiale al tribunale di Brasov, la Camera esecutori giudiziari della Corte d’Appello, ha dichiarato che il 26 giugno del 2012 erano stati versati i soldi dovuti. La somma sarebbe stata versata all’avvocato Dinu Eugen Cristine al quale, sotto consiglio di Merlini, Giancarlo si era affidato per partecipare al giudizio e conoscere gli esiti e che non si sarebbe più fatto sentire. «C’è da informarsi su come funziona a Brasov, avrei bisogno dell’assistenza dell’ambasciata, ma non riesco a farmi ascoltare. […] Subito dopo aver scoperto che il risarcimento era stato pagato, abbiamo segnalato l’accaduto alle autorità romene facendo i nomi degli avvocati che ci avevano seguito, spiegando cosa era successo. Ma sono passati due anni, e non abbiamo ancora avuto alcuna risposta.»
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Il caso non è ancora chiuso: giustizia va fatta
Giancarlo Mozzoni, non ha esitato a rivolgersi e informare anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. «Quello che è accaduto a noi – prosegue il padre di Roberto – è gravissimo, non è accettabile che un cittadino italiano muoia in un paese dell’Unione europea e i familiari non vengano neppure risarciti. Questa storia non finirà così – conclude Mozzoni –, sono pronto a fare qualsiasi cosa, devo farlo per mio nipote, che è il bambino di mio figlio, l’unica cosa che mi resta di lui». È per il nipote, il figlio di Roberto, che Giancarlo Mozzoni starebbe portando avanti questa battaglia. Nessuno potrà riconsegnare il proprio padre al ragazzino, ma è suo diritto ricevere il minimo dovuto per la perdita di un genitore. L’appello di Giancarlo si rivolge in particolar modo alle autorità italiane affinché queste non lascino correre il fatto e venga finalmente fatta giustizia.
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