Conto corrente: a partire da febbraio 2020 dovrebbe verificarsi un aumento delle spese e dei costi; gli istituti di credito ne stanno dando comunicazione ai clienti in questi giorni adducendo “giustificati motivi”.
Conto corrente: aumento dei costi a febbraio
A febbraio del nuovo anno i costi e le spese di mantenimento e gestione dei conti correnti dovrebbero aumentare sensibilmente. In alcuni casi il canone annuo potrebbe raggiungere anche i 12 euro. Inoltre dalla stretta non rimarranno esclusi i conti online che finora difficilmente erano stati toccati da eventi di questo tipo. Perché gli istituti di credito vanno via via aumentando i costi dei servizi bancari? Nelle comunicazioni scritte sinora pervenute ai correntisti si parla di “giustificati motivi”.
Con tutta probabilità, a pesare sull’aumento i tassi negativi che devono essere corrisposti per le somme a deposito presso la Banca Centrale Europea. In sostanza, per evitare di pagare i tassi negativi sul conto corrente dei singoli clienti, le banche ne aumentano i costi per il mantenimento. In tal modo, è chiaro, si caricano le spese sulle tasche dei propri correntisti. Alcuni istituti di credito stanno dando la possibilità di spostare la liquidità su diversi strumenti di investimento per evitare di subire un aumento dei costi relativi al conto corrente.
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Come si stanno muovendo le banche
Fineco che recentemente ha annunciato, appunto, un aumento dei costi, ha spiazzato molti dei suoi clienti. L’offerta di conti corrente a costo zero è sempre stata una peculiarità dell’istituto. Da febbraio, invece, sarà introdotto un costo di 3,95 euro al mese per la gestione del conto corrente (anche se l’importo è azzerabile se il cliente diminuisce la liquidità presente attraverso una serie di operazioni).
Tuttavia, già a novembre, CheBanca! aveva comunicato un aumento del canone annuo di 12 euro per i propri conti corrente, anche per quelli Digital. Detto ciò, addirittura nel 2017, si era mossa in questa direzione Intesa San Paolo: oltre ad aumentare il canone annuo dei conti in base alla giacenza aveva imposto il pagamento di 10 euro all’anno anche per il conto Zerotondo fino ad allora gratuito.
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