Banksy trasforma un senzatetto in Babbo Natale
Banksy fa parlare ancora di sé: dopo il murales di Venezia, che gli è costato una denuncia penale, poi archiviata, ne ha fatto uno nuovo a Birmingham, in Inghilterra. In questa sua ultima opera, ha coinvolto anche un homeless. Sembra che l’intento di sensibilizzare il pubblico sulla sorte dei senza dimora abbia sortito l’effetto desiderato.
Banksy e Ryan
Per portare a termine il suo murales, Banksy ha atteso che Ryan, un senzatetto di Birmingham, si sistemasse sulla panchina che usa per dormire. Ha creato poi delle renne che sembra trasportino Ryan, trasformato così in Babbo Natale. Il video che illustra la sua ultima opera ha raggiunto oltre 1,2 milioni di visualizzazioni in un paio d’ore e l’artista ha ringraziato la popolazione della città inglese con queste parole: “Dio benedica Birmingham. Nei 20 minuti in cui abbiamo filmato Ryan su questa panchina, i passanti gli hanno offerto una bevanda calda, due barrette di cioccolato e un accendino senza che lui non chiedesse mai niente”. Per accompagnare il video, l’artista di Bristol ha scelto I’ll Be Home For Christmas.
Il significato del murales
Banksy ha voluto, come è suo solito, dare un messaggio che andasse oltre l’opera in sé: sensibilizzare l’opinione pubblica perché offra un aiuto a una categoria di persone spesso messa ai margini della società e anche fare sì che le persone, nel periodo natalizio, si rendano conto della fortuna di cui godono, a confronto di chi non possiede nulla e deve dormire sul ciglio della strada (senza il conforto di una presenza amica, né della famiglia).
Banksy, un artista con una coscienza civile
Non è nota la vera identità di Banksy: si sa solo che è nato a Bristol nel 1974. Qualcuno afferma si tratti di Robin Gunningham, altri sono dell’opinione che sotto questo pseudonimo si nasconda Robert Del Naja, membro dei Massive Attack, gruppo antesignano del trip-hop.
Esponente di punta della street art, per i suoi lavori usa la tecnica dello stencil. Quel che è sempre presente nelle sue opere è un messaggio di impegno e critica, sia nei confronti della società in cui viviamo, sia nei confronti della politica. Le sue opere, realizzate spesso manipolando l’arredo urbano, sono sempre politicamente schierati: come in Cisgiordania, dove Banksy ha realizzato nove opere sul muro che separa questo Paese da Israele per protestare sulla separazione dei due popoli. O come, a Maggio, a Venezia, dove, per protestare contro la politica dei “porti chiusi”, ha realizzato un murales rappresentante un bambino profugo. Ultimamente, questo suo lavoro è stato sommerso dall’acqua alta.
Famosi sono anche i suoi raid nelle installazioni museali, come protesta contro la riduzione delle opere d’arte a meri oggetti di transazioni economiche. Per far sentire il suo messaggio, Banksy vi “espone” sue opere, ovviamente non autorizzate, ma che sono facilmente riconducibili a lui.
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