Buoni fruttiferi postali: rimborso di 4000 euro a Isernia. Il caso
Un nuovo caso di rimborso sui buoni fruttiferi postali degli anni Ottanta dal valore di oltre 10.000 euro. Ecco cosa è successo a Isernia.
Parliamo spesso dei buoni fruttiferi postali e dei relativi ricorsi vincenti che consentono ai titolari dei Bfp di Poste Italiane di ottenere quanto spetta loro effettivamente piuttosto che quanto erroneamente erogato dalla società. Spesso i buoni fruttiferi oggetto di queste sentenze sono quelli relativi agli anni Ottanta, protagonisti del famoso decreto ministeriale del 1986 che ha di fatto dimezzato gli interessi, non senza qualche intoppo burocratico che permette 30 anni e passa dopo di riscuotere somme importanti.
Buoni fruttiferi postali: rimborsati 4000 euro a Isernia
Un titolare di un buono fruttifero postale del valore di 1 milione di lire sottoscritto nel novembre 1986 si è recato presso la consulenza legale dell’avvocato Giulio Fragasso nel momento in cui si è visto corrispondere da Poste Italiane un rimborso minore a quello che gli spettava. Alla scadenza del buono, l’uomo si è infatti recato presso un ufficio postale di Isernia per ottenere la liquidazione e si è visto consegnare circa 6.400 euro. Tuttavia il rimborso sarebbe dovuto essere superiore di circa 4.000 euro, per un ammontare complessivo di circa 10.500 euro. Da qui il ricorso presso il tribunale di Isernia e quindi la recente sentenza, che ha bocciato le ragioni di Poste Italiane, accogliendo invece la richiesta del titolare del buono.
Rimborso Bfp più elevato, ecco perché
Il ricorso è stato accolto perché il giudice si è basato sui tassi di interesse riportati sul retro del Buono. Come riporta InvestireOggi, infatti, Poste aveva infatti utilizzato vecchi moduli di Bfp con serie diverse dalla Q. Il timbro di modifica della serie Q/P era stato apposto, ma permaneva il problema dei rendimenti dal 21° al 30° anno di sottoscrizione, una caratteristica che è spesso comune nei casi di ricorso come quelli sopra descritti. Ciò significa che per gli ultimi 10 anni di titolarità il rendimento era più elevato rispetto a quello calcolato da Poste. Da qui la vittoria in tribunale e il rimborso di 4.000 euro in più per il risparmiatore.
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