Pensioni ultime notizie: continua a far discutere il blocco della rivalutazione degli assegni, soprattutto perché va a penalizzare una categoria, quella dei pensionati, che da più parti è definita un po’ come il bancomat del governo. Sembra tuttavia non esserci fine ai movimenti di forbici attorno agli assegni dei pensionati, tant’è che anche nel 2020 il blocco sarà in vigore.
Pensioni ultime notizie: rivalutazione assegni, a quanto ammonta
Occorre dunque fare un riepilogo di quello che sarà nel 2020 sugli assegni pensionistici che superano un certo importo, per capire a quanto ammonta la percentuale della rivalutazione.
- Assegni tra 3 e 4 volte il minimo: rivalutazione del 97%;
- Tra 4 e 5 volte il minimo: 77%;
- Tra 5 e 6 volte il minimo: 52%;
- Tra 6 e 8 volte il minimo: 47%;
- Tra 8 e 9 volte il minimo: 45%;
- Oltre 9 volte il minimo: 40%.
Rivalutazione piena, dunque, solo per gli assegni pari o inferiori a 3 volte il minimo. La perdita più pesante, invece, è inflitta a chi percepisce importi che superano i 3.000 euro mensili.
Pensioni ultime notizie: blocco rivalutazioni, come evitarlo
Certamente fa rabbia ai diretti interessati vedere come un provvedimento transitorio sia ormai entrato praticamente a regime, ma risulta difficile evitare il blocco della rivalutazione degli assegni, a meno che la giustizia, a forza di ricorsi, non dia l’esito sperato da molti. Una sentenza della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, però, ha decretato recentemente che il taglio degli assegni ai pensionati in questi ultimi anni è una decisione “discriminatoria”, ed è stato richiesto così l’intervento della Corte Costituzionale.
Per l’avvocato Celeste Collovati, interpellato da Il Giornale, “è evidente che questo taglio non sarà affatto transitorio, ma definitivo, perché non verrà mai più recuperato e sarà applicato anche sulla pensione di reversibilità oltre che su quelle complementari”. La battaglia dei ricorsi non sarà però facile, perché l’avvocato ricorda che per quanto riguarda il blocco riguardante il biennio 2012-2013 vi è stata la dichiarazione di legittimità da parte della Corte Costituzionale, nonché della Corte europea, anche se le sentenze, a suo avviso, non sono stato molto esaustive sotto l’aspetto delle motivazione, né altrettanto persuasive sotto il profilo giuridico. “Riteniamo che la nuova legge sia ingiusta e presenti profili di illegittimità costituzionale, in quanto, ancora una volta, realizza forti discriminazioni andando a prelevare i soldi ai soli pensionati, anziché agli altri contribuenti”.
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