In questi giorni è molto dibattuta la questione dell’esenzione Imu sulle finte prime case: in Commissione Bilancio è stato proposto infatti un emendamento “anti-furbetti” al decreto fiscale, che di fatto stopperebbe coloro che evadono le tasse sugli immobili di proprietà. Vediamo più da vicino i contenuti della questione e quali sono le probabilità che tale emendamento vada effettivamente in porto.
Esenzione Imu: lo scopo dell’emendamento
In effetti, in questo ultimo periodo, l’esecutivo in carica si è dimostrato molto attento alle problematiche di natura fiscale e alla lotta agli evasori di tasse ed imposte. Negli ultimi tempi stato proposto un emendamento – non proveniente dal Governo – mirato espressamente a modificare il testo del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, ed ormai in dirittura d’arrivo. Tale emendamento vorrebbe limitare l’esenzione Imu, esclusivamente ad una casa, ovvero quella adibita ad abitazione principale (ed anche se uno dei coniugi è proprietario di una casa in un Comune differente e in cui ha indicato residenza per motivi di lavoro).
La finalità dell’emendamento alla manovra 2020 sarebbe infatti quella di stoppare sul nascere eventuali tentativi di evasione della tassa sulla seconde case per le vacanze, impedendo di fatto di ottenere l’esenzione Imu a chi in tali abitazioni estive fissa la residenza. Secondo gli osservatori, tale modifica intenderebbe adeguare l’attuale normativa sulla tassa Imu alla giurisprudenza della Cassazione, la quale chiarisce e ribadisce che per un nucleo familiare è ammissibile avere una sola “prima casa” di proprietà, tramite la quale beneficiare dell’esenzione Imu in oggetto.
In effetti, stando alle statistiche, non è affatto raro che le seconde case, molto spesso situate in località di vacanza o turistiche, siano usate – come accennato – come luogo in cui spostare la residenza di uno dei due coniugi, al fine di ottenere – come “falsa prima casa” – l’esenzione Imu anche sulla casa al mare o in montagna. Secondo i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, ogni anno circa mezzo miliardo di euro di entrate fiscali, non viene recuperato a causa di questo “trucchetto”.
Per il Ministro dell’Economia l’emendamento è a forte rischio
Si tratta però di un emendamento esenzione Imu a forte rischio, anche perché non proviene da forze di Governo. Anzi, secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia Gualtieri, tale modifica molto probabilmente non andrà in porto e non si inserirà quindi nel testo definitivo del decreto fiscale. Secondo il parere dell’esponente PD, infatti, tale emendamento colpirebbe – ingiustamente – anche coloro che non vogliono evadere le tasse, ovvero i tanti coniugi che, per motivi professionali e di lavoro in trasferta, si trovano a vivere per lungo tempo in Comuni distinti, e quindi con residenze e prime case distinte e del tutto legittime.
Insomma, secondo Gualtieri, in queste circostanze se marito e moglie effettivamente vivono – per la maggior parte del tempo – in abitazioni differenti, non sarebbe giuridicamente corretto escluderli dal beneficio dell’esenzione Imu in oggetto. Da un lato, permane il problema delle cosiddette “doppie prime case”, dall’altro vi sono situazioni concrete e giuridicamente legittime, che sarebbero penalizzate da una modifica di questo tipo. Del resto, le parole del Ministro non lasciano dubbi: “Stiamo parlando di un emendamento del relatore che vuole adeguare il regime delle regole alle sentenze della Cassazione che si può avere solo una prima casa. Ci sono anche fenomeni di false doppie prime case ma bisogna assolutamente evitare di colpire famiglie che ad esempio legittimamente lavorano in posti diversi“.
Concludendo, per saperne di più e capire se questo emendamento sull’esenzione Imu avrà un futuro o verrà archiviato, è necessario attendere ancora qualche giorno, dato che la data di voto degli emendamenti, da parte della Commissione Bilancio del Senato, è ormai prossima.
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