James Riddle “Jimmy” Hoffa è tornato agli onori della cronaca grazie al film The Irishman di Martin Scorsese trasmesso da Netflix, nel quale il controverso sindacalista americano è interpretato da Al Pacino. Ma dall’immaginario collettivo d’oltreoceano non è forse mai scomparso: troppo grande il fascino della sua vita avventurosa, troppo forti le suggestioni legate alla sua misteriosa scomparsa nel 1975.
I primi passi nel sindacato
Jimmy Hoffa nacque a Brazil, nell’Indiana. La famiglia, di origine tedesca, era poverissima. Perse il padre quando aveva 7 anni, il che gli precluse di accedere a un’istruzione elevata. Trasferitosi prima a Lake Orion (Michigan) per lavorare in un grande magazzino, poi a Clinton in un magazzino, fu proprio qui che, nel 1930, si rese conto delle reali condizioni dei lavoratori.
In risposta al rifiuto della Kroger Grocery & Baking Company di accogliere le richieste avanzate dai propri dipendenti, Hoffa guidò per la prima volta uno sciopero: lui e i suoi colleghi rifiutarono di trasportare un carico di fragole altamente deperibili, costringendo i datori di lavoro a scendere a patti con gli scioperanti. Fu in questo periodo che Jimmy Hoffa cominciò a coordinare l’unità di Clinton della International Brotherhood Of Teamsters (IBT), il sindacato dei trasportatori.
Le lotte sindacali degli Anni 30
Negli Anni 30 del secolo scorso, le lotte sindacali si risolvevano spesso in scontri violenti e sanguinosi. Jimmy Hoffa racconta nella sua autobiografia – scritta nel 1970 – che fu malmenato 24 volte. E questo solo nel suo primo anno di attività. Anche la polizia parteggiava, del resto, per i datori di lavoro. Questo non impedì a Hoffa di proseguire la lotta sindacale, anche servendosi di mezzi non ortodossi, ricercando e ottenendo l’aiuto di organizzazioni criminali, come gli East Side Crow di Detroit. Hoffa non cercò mai di nascondere questi legami, anche se mai ammise di aver superato il confine della legalità. “Io non sono diverso dalle banche, né dalle Compagnie assicurative, né dai politici”, ebbe a dire.
Jimmy Hoffa, l’ascesa nell’organizzazione sindacale
Il decennio successivo lo vede protagonista sempre più eminente dell’International Brotherhood Of Teamsters. Grazie al suo lavoro, scalò rapidamente le gerarchie interne del sindacato. L’IBT iniziò a espandersi, fino a rappresentare gli interessi dei camionisti e dei pompieri. Nel 1953, fu lui a capo dei negoziati per conto degli autotrasportatori in 20 Stati. Nel 1957, approfittando dell’incriminazione di Dave Beck, venne eletto alla testa dell’organizzazione sindacale. Il suo impegno si volse poi a cercare di unificare le varie sigle sindacali del Nord per giungere a una rappresentanza unitaria, impegno che portò a termine nel 1964.
I rapporti con i datori di lavoro e i trasportatori
Jimmy Hoffa seppe guadagnare la stima di entrambe le componenti con le quali aveva a che fare. I datori di lavoro, sebbene stessero dall’altra parte della barricata, gli riconobbero onestamente che non cercò mai di venir meno agli impegni presi in sede di trattativa; i lavoratori guardavano a lui con ammirazione e riconoscenza per ciò che era riuscito ad ottenere a loro vantaggio.
Jimmy Hoffa e i problemi con la giustizia
Prima ancora dell’ascesa di Jimmy Hoffa alla presidenza dell’ International Brotherhood Of Teamsters, il sindacato era incorso in problemi con la giustizia. La cosiddetta Commissione McLellan aveva accertato la presenza di una diffusa corruzione all’interno delle organizzazioni sindacali. Questo, se è vero che permise a Hoffa di porsi alla testa dell’IBT dopo le dimissioni di Dave Beck, lo mise anche nel mirino dei Kennedy: Robert Kennedy era infatti il capo dei consulenti della Commissione, ma un ruolo di rilievo fu svolto anche dal senatore – e futuro presidente – John Fitzgerald. Più nello specifico, i Kennedy si dissero certi che Jimmy Hoffa avesse distratto fondi del sindacato per uso personale. Dopo un dibattito in tribunale che si protrasse per quattro mesi, Hoffa fu però prosciolto.
Jimmy Hoffa condannato a 13 anni
Nonostante il proscioglimento, la relazione finale della Commissione McLellan non mancò di ribadire come, a loro giudizio, Jimmy Hoffa fosse colpevole. In conseguenza di ciò, i Teamsters furono allontanati dalla American Federation Of Labor And Congress Of Industrial Organizations (AFL-CIO), che riuniva tutte le sigle sindacali del comparto. Si arrivò allo scontro aperto tra Hoffa e Robert Kennedy, che nel 1960 era asceso all’ufficio di Procuratore Generale. Stavolta Jimmy Hoffa ebbe la peggio: fu condannato a otto anni per aver corrotto una giuria; a questi si aggiunsero cinque anni per frode e associazione a delinquere. Nel 1967 entrò in carcere; per tre volte gli fu negata la libertà sulla parola, finché nel 1971 ricevette la grazia da Richard Nixon, a condizione che si astenesse per dieci anni da ogni attività sindacale.
Il mistero della scomparsa di Hoffa
Anche se cercò di ritornare alla guida del sindacato, Jimmy Hoffa non ci riuscì mai. O, forse, non ne ebbe il tempo. Il 30 Luglio 1975 era a bordo della sua auto nell’area di sosta di un ristorante alla periferia di Detroit, presumibilmente per incontrare il gangster Anthony Provenzano, quando scomparve. La sua auto fu rinvenuta, ma di lui, da quel giorno, non venne più trovata traccia alcuna. La figlia di Hoffa, Barbara Ann, dieci anni dopo la scomparsa intentò un’azione legale contro l’FBI affinché rendesse pubblica la documentazione delle indagini sul caso Hoffa, ma i suoi sforzi furono vani.
Nel 1989, all’atto del suo pensionamento, il capo dell’FBI di Detroit affermò che, sebbene fosse noto agli inquirenti l’identità dell’assassino di Hoffa – nel frattempo dichiarato ufficialmente morto il 30 Luglio 1982 – il suo nome non poteva essere divulgato, a tutela degli interessi dell’FBI. Nel Marzo 2002 cessarono ufficialmente, da parte del Bureau, le indagini relative alla scomparsa di Jimmy Hoffa. Ma, anche se probabilmente non verrà mai fatta luce su che fine abbia fatto il sindacalista americano, la sua opera è però portata avanti dal figlio, James Phillip Hoffa, oggi a capo dei Teamsters come suo padre.
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