In data 5 dicembre 2019, il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente dato l’ok alla riforma del processo civile. Il Premier Conte l’ha sintetizzata con queste parole: “Una svolta sui tempi“. Vediamo allora quali sono le indicazioni che emergono sullo specifico tema del rapporto tra negoziazione assistita e cause lavoro, dato che queste ultime in Italia non sono certo infrequenti.
Riforma processo civile: i tratti essenziali e il problema dei tempi
Quella del processo civile, è una riforma attesa, voluta e soprattutto strutturale, ovvero capace di intervenire nel profondo delle dinamiche complesse che attengono all’iter giudiziario in ambito civile. D’altra parte Giuseppe Conte ha attribuito a tale riforma lo scopo essenziale di garantire “maggior efficienza, e quindi di un clima più favorevole agli investimenti e alla business community. L’obiettivo è garantire un servizio della giustizia civile ancora più efficiente e di attrarre più investitori”.
Inoltre, il Ministro della Giustizia Bonafede ha sottolineato quello che il fulcro del problema, dalla cui analisi avviare la bozza di riforma processo civile, vale a dire: “..l’analisi su ciò che non funziona: troppi tempi morti e udienze in cui non succede nulla. In secondo luogo il processo civile è troppo complicato, con regole troppo diverse. Questo comporta un sistema complesso con cui l’impresa che decide di investire in Italia deve fare i conti (…) avremo un codice di procedura civile con poche regole ma per tutti i processi“.
La direzione è quella di un disegno di legge, approvato dal Consiglio dei Ministri, di riforma processo civile che si articola in una delega al Governo mirata ad aumentare l’efficienza del processo civile (ovvero più sentenze in minor tempo) e a revisionare, anche in modo sostanziale, l’applicazione pratica dei cosiddetti strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, detti in breve ADR (“Alternative Dispute Resolution“), per l’origine anglosassone di tali metodi.
Con riferimento a tali metodi di risoluzione alternative delle liti giudiziarie, vediamo di seguito quali sono le indicazioni che emergono in merito alla questione negoziazione delle cause di lavoro.
No alla negoziazione nelle cause lavoro: le proteste
Ebbene, in questo quadro di riforma processo civile non compare la negoziazione assistita con riferimento alle cause di lavoro. Infatti, secondo gli osservatori, se è vero che negoziazione assistita degli avvocati, con la riforma processo civile, avrebbe dovuto avere maggiori chance di applicazione, almeno per quanto attiene alle controversie di lavoro, così non sarà. Infatti, secondo le linee del progetto, in ambito lavoro non vi sarà alcuna estensione delle regole e degli iter tipici della negoziazione assistita, in quanto tale previsione è stata di fatto stralciata, e non senza conseguenti polemiche da parte degli stessi avvocati.
Forti critiche sono infatti state espresse da organismi quali OCF (Organismo Congressuale Forense) e soprattutto AGI (Associazione Giuslavoristi Italiani); quest’ultima in particolare ha parlato apertamente di una bocciatura che non consente agli accordi, eventualmente raggiunti dalle parti, di ottenere quell’essenziale requisito della definitività, se non attraverso il gravoso iter del vaglio delle commissioni di conciliazione in sede sindacale o amministrativa.
Insomma, l’impressione degli addetti ai lavori, è che il Governo si sia impegnato per la riforma processo civile, ma non abbastanza: impedendo cioè che istituti alternativi di risoluzione delle liti, come la negoziazione assistita ma anche la mediazione civile, abbiano ancora più margine di applicazione e contribuiscano maggiormente al risparmio di tempi e costi per avere una decisione che chiuda una controversia. Concludendo, vedremo comunque in futuro se vi saranno ulteriori integrazioni o correzioni ad un progetto che al momento – come detto – impedirebbe alla negoziazione assistita di intervenire su un vasto ed attualissimo settore di liti giudiziarie come quello delle cause di lavoro.
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