Omicidio Luca Sacchi: parla un amico “Anastasia ruolo decisivo”

Le ultime sull’omicidio di Luca Sacchi: a chiarire alcuni punti oscuri della vicenda l’amico Domenico Munoz, che non scagiona Anastasia.

Statua della dea giustizia
Omicidio Luca Sacchi: parla un amico “Anastasia ruolo decisivo”

A inizio dicembre Anastasia Kylemnyk ha affermato di non sapere che aveva 70 mila euro nella borsa e che lei e Luca Sacchi erano estranei alla vicenda. Tuttavia le recenti dichiarazioni di Domenico Munoz, amico di Luca Sacchi, Anastasia e Giovanni Princi, hanno acceso i riflettori su alcuni punti oscuri della questione, reintegrando le responsabilità della giovane ucraina, ma anche della vittima dell’omicidio. L’intenzione iniziale, secondo le ricostruzioni, era comunque solo di spaventare il ragazzo e rubare i soldi, senza effettuare lo scambio con la droga, ma come ben sappiamo le cose sono andate storte.

Omicidio Luca Sacchi: Munoz, “Princi e Anastasia ruolo attivo”

La testimonianza di Munoz è la prima a essere risultata attendibile secondo la procura. Secondo lo studente di biotecnologie, infatti, Sacchi sarebbe stato consapevole di quello che stava accadendo, ma non completamente, avendo avuto un ruolo secondario sulla trattativa legata allo stupefacente: ad avere un ruolo attivo sarebbero stati invece Giovanni Princi e Anastasia. Stando a quanto riporta Il Messaggero, i due “erano ben coscienti di quello che stavano facendo”.

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Omicidio Luca Sacchi: la ricostruzione dei fatti dalle intercettazioni

Dalle intercettazioni telefoniche sul cellulare di Del Grosso si è quindi venuto a sapere che il suo gruppo e quello di Princi dovevano effettuare uno scambio in un pub, ma che Del Grosso avrebbe poi cambiato idea, non prendendo la droga, come aveva detto (“Vado a prendere l’erba e torno”), ma rubando solamente lo zaino rosa col denaro, che aveva visto nel pub. Da qui la richiesta a Marcello De Propris di prendere la pistola del padre al fine di spaventare i due ragazzi e rubare la borsa con i soldi. Munoz era presente al momento dell’omicidio, ma è rimasto nascosto quando ha visto Del Grosso e De Propris scendere dalla Smart armati di pistola e quindi ha saputo ricostruire i dettagli della vicenda di cui è stato testimone.

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