Ecobonus e sismabonus 2020: niente sconto in fattura, ecco le novità
Stop ad ecobonus e sismabonus da parte della commissione Bilancio del Senato: le agevolazioni fiscali erano state introdotte solo pochi mesi fa.
Stop ad ecobonus e sismabonus da parte della commissione Bilancio del Senato; le agevolazioni fiscali erano state introdotte solo pochi mesi fa.
Ecobonus e sismabonus: stop dalla commissione Bilancio del Senato
Le agevolazioni fiscali denominate ecobonus e sismabonus erano state introdotte il 30 giugno 2019 scorso tramite il “Decreto Crescita”. Dopo appena sei mesi di vita entrambe sono state cancellate – abrogati i commi da 1 a 3ter dell’articolo 10 del suddetto provvedimento – in vista dell’ok alla nuova Legge di Bilancio.
Infatti, la Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento presentato da Forza Italia e sostenuto anche dalla Lega che elimina la possibilità di usufruire degli sconti a partire dal 2020. Perché l’abrogazione – con conseguente ritorno allo status quo precedente – diventi definitiva però bisogna aspettare il nullaosta della Camera.
Niente più sconto direttamente in fattura
Se lo stesso dall’anno prossimo diventerà esecutivo non si potrà più cedere il proprio credito di imposta in cambio di uno sconto equivalente sui lavori di miglioramento dell’efficienza energetica delle case (installazione di pannelli fotovoltaici, cambio degli infissi, caldaie a condensazione, etc…) o di riparazione degli immobili danneggiati in seguito a delle scosse sismiche. Sostanzialmente, non sarà più possibile monetizzare immediatamente la detrazione fiscale – ottenendo il contributo nella fattura rilasciata da chi effettuava i lavori – invece che vedersela spalmata nel corso di 10 anni come previsto in precedenza.
Stop Ecobonus: esulta la Confartigianato
Esulta la Confartigianato che sin da subito si è scagliata contro tale meccanismo accusato di penalizzare le piccole imprese. “La norma penalizzava, escludendo dal mercato tutte le pmi del Sistema casa che solo per scarsa liquidità finanziaria e insufficiente capienza fiscale per compensare il credito d’imposta, non erano in grado di praticare lo sconto -precisa in una nota l’associazione di categoria. La norma invece avvantaggiava grosse aziende non solo nazionali anzi soprattutto estere. Gli artigiani e le pmi in genere non possono e non devono essere considerate un ‘supermarket di moneta virtuale’. Il Governo deve garantire pari diritti per tutti gli operatori, grandi e piccoli. Grazie a questo intervento si ristabilisce un principio di parità di trattamento e si risana una situazione di squilibrio nel mercato che nel lungo andare avrebbe danneggiato l’intera economia rischiando il collasso di tantissime imprese del comparto casa”.
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