Pensioni ultima ora: Quota 41 per tutti, Quota 100 torna in bilico?
Pensioni ultima ora, anche il Cnel evidenzia l’importanza di considerare gli aspetti previdenziali legati ai più giovani. Che ne sarà di Quota 100?
Pensioni ultima ora: il governo Conte II in carica ha preannunciato, tramite il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, di avere intenzione all’inizio del prossimo anno di avviare il lavoro che porti ad una riforma previdenziale in grado di superare l’impostazione della riforma Fornero.
Pensioni ultima ora, da Quota 41 a Quota 100: le opzioni sostenibili
L’obiettivo è ambizioso se si considerano gli oggettivi ostacoli che sinora i governi si sono trovati ad affrontare per la carenza di risorse con cui sostenere le misure che si sarebbero volute approvare. Un esempio su tutti è dato da Quota 41. Il governo Conte I, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega, avrebbe voluto dare la possibilità di andare in pensione a tutti i lavoratori con 41 anni di contributi versati, a prescindere dall’età anagrafica. Ciò, per ragioni di sostenibilità economica, non è stato possibile. E dal 2019 è stata introdotta, in via sperimentale e per tre anni, Quota 100 con cui hanno la possibilità di andare in pensione coloro che hanno almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Il rapporto del Cnel e la necessità di studiare gli effetti dell’uscita di Quota 100
Pensioni ultima ora – Tra gli ultimi interventi in materia pensionistica si registra quello di Tiziano Treu. Nel rapporto sul mercato del lavoro presentato dal Cnel di cui Treu è presidente si fa riferimento proprio agli aspetti previdenziali che riguardano i giovani.
Il rapporto indica come prioritario il fatto di non pregiudicare il futuro previdenziale dei giovani, esposti al rischio di carriere discontinue e spesso di bassi salari. «si pone una questione fondamentale, quella di evitare che gli attuali lavoratori, specie i più giovani, non abbiano più la garanzia di una pensione adeguata, come richiede la nostra Costituzione (all’art. 38)».
Secondo il presidente Tiziano Treu «ripristinare tale garanzia implica ripensare l’attuale assetto pensionistico, anche con la introduzione di correttivi al metodo contributivo». Lo stesso Treu aggiunge: «è un tema di grande rilievo per il nostro futuro, su cui si stanno interrogando parti sociali e governo. Il Cnel vuole contribuire alla ricerca di soluzioni sostenibili dal punto di vista non solo finanziario ma anche sociale. A tal fine ha costituito un apposito gruppo di lavoro che affronterà tali nodi strutturali sentendo le opinioni dei vari stakeholder, parti sociali, istituzioni pubbliche ed esperti».
Non mancano da parte del presidente del Cnel considerazioni sulla tanto dibattuta Quota 100: «è necessario fare una valutazione attenta sul trade off fra costi e benefici di questa misura. Oggi però si pone il problema urgente di come “uscire” da Quota 100. In particolare, occorre evitare che la sua fine, prevista per il 2021, crei un “buco previdenziale” di alcuni anni, lasciando scoperte le coorti di lavoratori interessati. Si tratterà di ricercare e precisare strumenti di flessibilità in uscita verso il pensionamento, che tengano conto delle condizioni delle persone e dei loro percorsi di lavoro (lavori gravosi, lavoratori precoci eccetera)».
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