Elezioni Regno Unito 2019: affluenza, exit poll e risultati in diretta – LIVE
Elezioni Regno Unito 2019: segui la diretta di Termometro Politico sull’importantissimo voto per il Parlamento britannico
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Oggi, giovedì 12 dicembre 2019, il Regno Unito chiamato alle urne in occasione di un’importantissima tornata di elezioni parlamentari. Le urne sono aperte dalle 7:00 alle 22:00 (ora locale), quindi dalle 8:00 alle 23:00 (ore italiane). Subito dopo la chiusura dei seggi, potranno essere pubblicati i primi exit poll. I risultati definitivi dovrebbero arrivare solo in tarda nottata o, nella peggiore delle ipotesi, entro la mattinata di venerdì 13 dicembre.
7.47 Con 25 seggi ancora da assegnare, i Tory sono a quota 348. 23 in più della maggioranza assoluta (+45). Il Labour si ferma a 201, perdendo 57 seggi. I LibDem sono a quota 9 (-1), Brexit Party a 0 e Snp, il Partito nazionale scozzese, a 46 (+13).
7.30 Nella notte, dopo che i Tory hanno avuto la certezza di aver superato la maggioranza assoluta, Boris Jonhson ha esultato attraverso Twitter: ” “Ho ricevuto un mandato molto forte, andremo in fondo con Brexit” . Congratulazioni per la schiacciante vittoria sono arrivate dal presidente americano Donald Trump
7.15 Come anticipato dagli exit poll, la leader liberaldemocratica Jo Swinson ha perso il suo seggio ai Comuni. Non è da sola. Anche il leader del Dup (il Partito unionista nordirlandese) a Westminster, Nigel Dodds, ha perso il suo seggio a Belfast North
7.00 Dopo la pesante batosta elettorale, la peggiore dal 1935 per il Labour, Corbyn fa sapere che non correrà più alle elezioni. Non ha parlato di dimissioni ma di “periodo di riflessione”. Intanto su twitter impazza l’hashtag #Corbynout. Anche il Labour è in ebollizione.
6.50 Il leader laburista Corbyn mantiene il suo seggio nel collegio di Islington North
02.00 Procede a rilento lo spoglio dei voti da un punto all’altro del Regno Unito, tuttavia, è già possibile trarre alcune indicazioni sul risultato finale.
- Tutte le analisi fin qui svolte si basano sugli exit poll: in pratica, non c’è alcuna certezza sul numero di seggi collegato a ciascun partito.
- Detto ciò, se gli exit fossero confermati dai dati reali, i Conservatori avrebbero conquistato una larga maggioranza in Parlamento.
- Oltre ai Conservatori, tra i vincitori della tornata sicuramente anche l’SNP (Partito nazionalista scozzese): potrebbe aver conquistato quasi tutti i seggi disponibili in Scozia.
- Altro vincitore il Brexit Party: non elegge nessun deputato (potrebbe aver rubato comunque molti voti ai laburisti) ma grazie al risultato ottenuto dai Tories, il prossimo governo Johnson non dovrebbe avere problemi nel portare a compimento l’uscita dall’Ue.
- Delusione tangibile in casa LibDem: la forza del partito rimane immutata (guadagnato un seggio rispetto al 2017); pesa la linea “Stop Brexit”, a quanto pare, avversata da buona parte del paese, anche solo per “stanchezza” a quanto pare.
- La delusione si trasforma in dramma dalle parti dei Labour che potrebbero aver toccato il livello più basso di consenso dal 1935: probabilmente salterà la testa di Corbyn che ha puntato tutto sul rafforzamento del welfare state mostrandosi tentennante sulla Brexit.
- Pare chiaro ormai che le elezioni siano state una sorta di secondo referendum sulla Brexit: gli elettori hanno voluto “blindare” Johnson (probabilmente anche i laburisti pro-Leave) in vista della deadline del 31 gennaio 2020.
- La stessa chiave può essere utilizzata per spiegare l’avanzata dell’SNP; il messaggio degli elettori potrebbe essere: completare il processo di Brexit ma dando – nuova votazione sull’indipendenza o meno -maggiore autonomia alla Scozia
01.40 Prendendo a riferimento i voti sin qui scrutinati, i laburisti sono in calo del 12,2% rispetto all’ultima tornata del 2017.
01.35 Arriva un altro seggio per i Conservatori, nel complesso sono a 2, quello di Swindon North; è il primo seggio dell’Inghilterra meridionale ad essere assegnato.
01.30 In questo momento salgono a 5 i seggi assegnati ai Laburisti (uno soltanto ancora per i Conservatori).
01.25 In Galles, il Partito Laburista è arrivato primo in termini di seggi e di voti nelle ultime 26 elezioni, in pratica, dalla Prima Guerra Mondiale in poi. Anche in quest’occasione dovrebbe confermare il primato anche se potrebb perdere in diversi collegi come : Wrexham, Vale Of Clwyd, Delyn, Alyn, Deeside e Bridgend.
01.10 Attualmente sono 4 i seggi assegnati ai Labour e continua a essere uno soltanto quello assegnato ai Conservatori
01.05 L’infografica del Guardian mostra dove si trovano i seggi già assegnati: in blu quelli conquistati dai Conservatori (Blyth Valley) in rosso quelli conquistati dai Labour (Newcastle upon Tyne Central, Houghton and Sunderland South)
00.55 Se i risultati degli exit verranno confermati, dunque, se Johnson potrà contare sulla larga maggioranza che gli assegnano le proiezioni, secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa inglese, velocizzerà il processo di uscita dall’Ue (prevista per il 31 gennaio) chiamando a raccolta i deputati il sabato – evento eccezionale – prima di Natale e i Lord tra Natale e Capodanno.
00.50 L’importante membro dei Tories George Osborne parla di “pretty spectacular win” in relazione all’affermazione dei conservatori nel collegio tradizionalmente Labour di Blyth Valley.
00.45 Una delle prime impressioni è che i laburisti favorevoli alla Brexit abbiano voltato le spalle al partito di Corbyn (che appare anche il maggiormente danneggiato dal Brexit Party).
00.30 Primi tre seggi assegnati: 2 vanno ai Labour (Newcastle upon Tyne Central, Houghton and Sunderland South) e un altro è stato conquistato dai Conservatives (nel collegio di Blyth Valley vincevano i laburisti sin dal 1950)
00.25 Secondo la Bbc il primo seggio ad essere annunciato sarà quello assegnato nel collegio di Blyth Valley, nel North East. Il risultato è incerto anche se tradizionalmente va ai laburisti.
00.20 Ad occhio si può ipotizzare che i Conservatori – hanno guadagnato complessivamente 50 seggi o poco più – abbiano perso 12 dei 13 seggi occupati in Scozia ma nel frattempo abbiamo conquistato 64 nuovi seggi tra Inghilterra e Galles, di questi moltissimi sarebbero stati strappati ai laburisti.
00.10 I Labour potrebbero perdere seggi “storici” come quelli di Workington e della città mineraria di Bolsover (dove il deputato Dannis Skinner viene eletto dal 1970 senza soluzione di continuità). Altri seggi in bilico per il partito di Corbyn quelli di Rother Valley, Ashfield, Don Valley, Stoke on Trent, Leigh, North Ashfield and Canterbury. Per alcuni analisti ormai abbattuto il cosiddetto “Red Wall”, corre dalla Calle di Clwyd nel Nord Galles fino a Grimsby sulla costa est del paese, oltre il quale si estende – almeno storicamente – un certo dominio dei laburisti.
23.50 La sterlina fa un balzo in avanti: scambiata a € 1.21 e a $ 1.35, livelli simili sul dollaro non si vedevano da gennaio 2017. Il consolidarsi del risultato dei Conservatori evidentemente tranquillizza gli investitori.
23.45 Molto probabilmente la leader dei LibDem Jo Swinson perderà il proprio seggio nell’East Dumbartonshire a causa dell’avanzata SNP (che prende 55 dei 59 seggi riservati alla Scozia). La delusione in casa Liberal Democrat è tangibile: conquista secondo gli exit solo 13 seggi, uno soltanto in più rispetto al 2017. Si tratta del terzo peggior risultato nella storia del partito preceduto dalla debacle del 2015, quando passò da 57 a 8 seggi, e da quello del 2017 (12 deputati eletti).
23.35 Il risultato dei nazionalisti scozzesi riporta in auge l’idea di un nuovo referendum sull’indipendenza del paese; intanto, si scatena l’ironia dei sostenitori dell’SNP sui social: l’ex leader dei Conservatives scozzesi Ruth Davidson aveva promesso di fare il bagno nuda nel lago di Lochness se lo Scottish National Party avesse raggiunto i 50 seggi.
23.30 I membri del “governo ombra” laburista prendono tempo parlando di come il vincitore delle elezioni in realtà sia la Brexit, tuttavia, le dimissioni di Corbyn in tempi stretti appaiono probabili ( il Labour non scendeva sotto quota 200 seggi dagli anni 30): per sostituirlo si fa il nome del Cancelliere dello scacchiere ombra John McDonnel.
23.20 Se gli exit centrassero i risultati si tratterebbe del miglior risultato dei Conservatori dal 1987 a questa parte e il peggiore dei Laburisti dal 1935
23.10 Come saranno assegnati i seggi della House of Common in caso di conferma degli exit poll Bbc-Ipsos
23.05 Nel caso in cui il risultato degli exit venisse confermato dai dati reali, i Conservatori non avrebbero problemi a governare, forti di un guadagno pari a 50 seggi. Da rilevare poi un’avanzata dello Scottish National Party e un arretramento dei laburisti praticamente senza precedenti.
23.00 Secondo i primi exit diffusi dalla Bbc, i Conservatori hanno conquistato 368 seggi, i Labour 191, l’Snp 55 seggi e i Libdem 13. Plaid Cymru, partito gallese, prende 3 seggi e un solo seggio i Verdi. Nessun seggio invece è assegnato al Brexit Party.
22.50 Anche se la maggioranza teoricamente si raggiunge a quota 326 seggi, l’House of Commons ne conta in tutto 650, in realtà, di solito ne bastano un po’ meno per ottenerla. Infatti, bisogna considerare che nel numero complessivo dei seggi si considera anche lo scranno dello Speaker, che resta neutrale, e che tradizionalmente i deputati del partito nordirlandese Sinn Fein non prendono parte ai lavori dell’aula. Dunque, in pratica, la soglia della maggioranza, a livello pratico, dipenderà dal numero di deputati che riuscirà a ottenere quest’ultima forza.
22.40 Già alla chiusura dei seggi saranno disponibili i primi exit poll; si tratta di dati che vengono elaborati a partire da interviste – condotte a intervalli regolari – ad elettori che hanno appena votato: gli viene consegnata una replica della scheda elettorale e quindi gli si chiede di replicare la preferenza espressa poco prima. Per quanto riguarda il Regno Unito, di solito coprono poco meno di 150 collegi di Inghilterra, Scozia e Galles ma non dell’Irlanda del Nord, dove si candidano partiti prettamente locali.
22.20 Cosa accadrebbe se il risultato delle elezioni restituisse un “Hung Parliament”, letteralmente un “parlamento appeso”, cioè cosa accadrebbe se nessun partito riuscisse a conquistare la maggioranza dei seggi (326)? Prima opzione: si potrebbe formare un governo di coalizione (coalition government), ossia un governo formato da più partiti; seconda opzione: si governerebbe tramite un “Confidence and supply agreement”, in pratica, il partito di maggioranza cercherebbe l’appoggio occasionale di uno o più partiti; terza opzione: si tenterebbe la strada del governo di minoranza (minority government), ovvero il partito più votato nonostante non abbia raggiunto la maggioranza dei seggi proverebbe comunque a formare un esecutivo. Se nessuna di queste opzioni ha successo, di solito, la palla passa in mano al leader del secondo partito più votato. Se anche quest’ultimo non riuscisse a coagulare una maggioranza intorno a sé si riaprirebbe la strada che porta alle urne.
22.00 Manca appena un’ora alla chiusura dei seggi: il primo exit poll dovrebbe essere quello della BBC. Ricordiamo che durante la giornata non sono stati divulgati dati sull’affluenza parziale, pertanto si conoscerà direttamente quella definitiva dopo la chiusura delle urne.
20.30 Si avvicina la chiusura delle urne: mancano solo due ore e mezza alla fine della giornata elettorale. Poi, si passerà al conteggio delle schede. I primi exit poll dovrebbero essere resi pubblici già entro i primi cinque minuti dalla chiusura della tornata elettorale. Come abbiamo ricordato, i conservatori vengono dati in netto vantaggio sui labour, anche se stando alle ultime rilevazioni la distanza si sarebbe assottigliata con il passare dei giorni. Tutto è ancora in bilico e i candidati continuano nel loro incitamento al voto. Per le agenzie di scommesse, ci si ritroverà nuovamente in una condizione d’incertezza, senza una maggioranza ben definita.
18.30 Mancano poche ore alla chiusura dei seggi. Ricordiamo i due maggiori terreni di scontro di questa campagna elettorale: il primo è, ovviamente e per distacco, la Brexit. Lo slogan di campagna del partito conservatore guidato da Boris Johnson la dice lunga sulla centralità del tema per i thory: “Get Brexit done”. Tra le proposte legate al conseguente accordo con l’UE, ci sarebbe l’idea di puntare sul modello migratorio australiano. Dall’altro lato, il principale sfidante Jeremy Corbyn opta – ancora una volta – per “for the many, not the few”. Corbyn è visto come uno dei candidati più a sinistra della storia recente del labour party e, come si può evincere dallo slogan di campagna, cerca di giocarsela su politiche popolari, quali incremento del salario minimo e forti investimenti nel sistema sanitario nazionale.
17.30 Diamo uno sguardo alle foto della giornata attraverso i cinguettii più popolari. Cominciando dalle lunghe code che si sono registrati ai seggi. In uno scatto – pubblicato alle 14:30 di quest’oggi – viene mostrato un gran numero di studenti in attesa, sotto la pioggia, per poter esprimere la loro preferenza in questa storica tornata.
Secondo alcuni analisti, l’importanza di queste elezioni potrebbe mobilitare l’elettorato britannico e raggiungere il record di partecipazione alle generali del Regno Unito per questa prima parte di secolo.
Tanta attesa per il voto dei leader favoriti per la vittoria di questa tornata elettorale. Il più quotato, l’attuale primo ministro Boris Johnson, si è presentato al seggio con il suo cagnolino.
Qui, invece, vediamo il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, all’uscita dal seggio.
17.00 Nel gergo politico anglosassone quelle di oggi sono un chiaro esempio di “snap election”. L’espressione identifica una tornata elettorale indetta anticipatamente perché una forza politica vuole aumentare la propria rappresentanza parlamentare così da avere la possibilità di “forzare” uno stallo istituzionale. Questa è proprio la situazione in cui si trovano i Conservatori di Boris Johnson: sono il partito con più deputati alla Camera dei Comuni ma questi non sono abbastanza per superare lo “scoglio” Brexit a colpi di maggioranza. Tuttavia, anche Theresa May aveva lo stesso intento quando scelse di portare il Regno Unito alle urne nel 2017: alla fine si trovò a gestire un “hung parliament” ossia un “parlamento appeso” dove nessun partito aveva la maggioranza di 326 seggi sui 650 della House of Commons. Alla fine la May si trovò a governare con l’appoggio dei riottosi alleati del DUP, gli unionisti nordirlandesi (la patata bollente poi passò a Johnson). Nel secondo dopoguerra il Regno Unito ha avuto solo un altro governo di coalizione, nel 2010, quando Cameron si avvalse del sostegno dei LibDem guidati da Nick Clegg.
16.30 In questo momento gli analisti si stanno concentrando in particolare sulla possibilità che gli elettori esercitino il cosiddetto “voto tattico”. Il sistema elettorale britannico si basa su un principio riassumibile nell’assunto “chi vince prende tutto”; tradotto: a un candidato in un collegio basta prendere anche un solo voto in più per conquistare il seggio. Dunque, secondo alcune previsioni, gli elettori Conservatori contrari alla Brexit potrebbero esercitare il “tactical voting” per ostacolare il premier Johnson che ha promesso di portare il Regno Unito fuori dall’Ue il prossimo 31 gennaio. Se si concretizzasse questa ipotesi molto probabilmente ad essere favoriti sarebbero i LibDem – il cui slogan elettorale è stato “Stop Brexit” – piuttosto che i Labour.
15.30 Britannici chiamati alle urne per una delle più importanti elezioni degli ultimi decenni dato che con tutta probabilità il risultato sarà decisivo anche in chiave Brexit. Oltre al duello tra Conservatives e Labour, però, come ogni volta che il Regno Unito va al voto da inizio anni 90, va in scena anche un’altra sfida, quella tra Sunderland e Newcastle per essere la prima città a diffondere i risultati. Sunderland ha sempre vinto tra il 1992 e il 2015 comunicando l’esito del voto più o meno entro un’ora dalla chiusura delle urne; d’altra parte, nel 2017, Newcastle ha annunciato i risultati con nove minuti di anticipo rispetto ai rivali .
11.00 Comincia la diretta TP del voto per il Parlamento britannico: come è andata l’ultima volta?
Elezioni Regno Unito 2019: uscire dallo stallo sulla Brexit
Quelle che si stanno svolgendo oggi sono elezioni anticipate: in teoria, il Regno Unito sarebbe dovuto andare alle urne nel 2022. Tuttavia, a fine ottobre si è optato per lo scioglimento anticipato del Parlamento: il motivo principale è il duraturo stallo sulla fondamentale questione della Brexit causato in buona parte dal fatto che il voto di due anni fa non ha consegnato la maggioranza assoluta a nessun partito. Dal 2017, i Conservatori, la forza politica più votata, sono al governo con l’appoggio esterno del DUP: d’altra parte, l’alleanza con il partito unionista nordirlandese si è spesso arenata proprio su questioni relative all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Boris Johnson, diventato premier il 24 luglio scorso dopo le dimissioni di Theresa May, si è detto favorevole a un ritorno alle urne poco dopo il suo insediamento a Downing Street. A quel punto, però i Laburisti hanno cercato di temporeggiare il più possibile temendo che la data delle elezioni sarebbe stata troppo vicina al 31 ottobre, quella prefissata per la Brexit, determinando così lo scenario del “no deal”, ovvero dell’uscita del Regno Unito dall’Ue senza un accordo con Bruxelles. Una volta rinviata la Brexit al 31 gennaio, però, anche la forza di opposizione ha dato il via libera all’apertura anticipata dei seggi.
Sistema elettorale e media sondaggi
Stando alla media dei sondaggi elettorali pubblicata dal Financial Times, attualmente, sono in vantaggio i Conservatori che potrebbero raccogliere fino al 43% dei consensi. Dietro ci sono i Laburisti con il 33% e poi i LibDem con il 13%. Il Partito nazionalista scozzese (SNP), in questo momento, è dato al 4%, il Brexit Party al 3% e i Verdi intorno al 2%. Guardando ai dati elaborati dai singoli istituti demoscopici, i Conservatori oscillano tra il 41% e il 46%, i Laburisti tra il 31% e il 36%, i LibDem tra l’11% e il 15%, l’SNP potrebbe arrivare fino al 5%, invece, il Brexit Party non dovrebbe comunque superare il 4% come i Verdi.
La Camera dei Comuni britannica è composta da 650 membri (533 per l’Inghilterra, 59 per la Scozia, 40 per il Galles e 18 per l’Irlanda del Nord), che vengono eletti in altrettanti collegi uninominali (costituencies) con il metodo First-past-the-post: in pratica, a un candidato basta ricevere un voto in più degli avversari per vincere il seggio. Chiarito questo, basandosi sulle intenzioni di voto, i Conservatori potrebbero eleggere 339 deputati, i Laburisti 231, l’SNP 41 e i LibDem 15.
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