Borghi contro Conte sul Mes: l’accusa è di tradimento

Pubblicato il 12 Dicembre 2019 alle 11:04 Autore: Alessandro Faggiano

Borghi contro Conte sul Mes “traditore con Macron e Merkel”. Il voto sul Mes è passato al Senato (con 164 voti a favore) ma la partita è ancora lunga.

Borghi contro Conte sul MES
Borghi contro Conte sul Mes: l’accusa è di tradimento

Il primo passaggio al Senato è andato a buon fine per la proposta sul Meccanismo Europeo di Stabilità. Il Mes, conosciuto in passato anche come “fondo salva Stati”, riceve il via libera da Palazzo Madama con una maggioranza di 164 voti a favore. È stata una giornata tesa, con alcuni transfughi pentastellati che hanno abbracciato le posizioni della Lega, prima forza d’opposizione del Paese.

Tra i più competenti in materia, tra le fila del carroccio, che portano avanti la crociata contro il Mes, c’è l’economista Claudio Borghi (braccio destro di Matteo Salvini) Borghi, da Montecitorio, ha attaccato il primo ministro esponendo la propria versione dei fatti.

Secondo il presidente della Commissione Bilancio alla Camera, il mandato che aveva Conte era uno solo: “che quel trattato l’Italia non l’avrebbe mai firmato. Ci dica cosa non capiva – riferendosi al premier Conte -, quando Molinari le disse che l’evoluzione del Mes è una follia e non lo possiamo accettare.” Assicura che anche gli stessi pentastellati vollero – durante l’esperienza del governo giallo-verde – bloccare la riforma del fondo salva Stati.

Mes: Borghi taccia di traditore al premier Conte

“Cosa dobbiamo pensare se l’abbiamo visto adagiato sui divanetti con la Merkel, Macron, Rocco Casalino davanti a un bel giro di birre. Se li ricordava questi impegni che il Parlamento le aveva consegnato?” Borghi lancia l’accusa ultima contro il primo ministro. “Cose dobbiamo pensare se ascoltiamo che il trattato è chiuso? Che lei è un traditore“.

Il Mes divide i pentastellati

Proprio la votazione sul Mes ha messo in risalto alcune differenze all’interno della numerosa schiera pentastellata. Il maggior critico alla riforma è Gianluigi Paragone, che sembra sempre più insofferente alla vicinanza con il PD. Così scrive nella sua pagina personale:

Il Mes è una fregatura enorme, soprattutto per l’Italia. Ci sono una serie di questioni che stanno passando in sordine e su cui è bene invece accendere una luce. Tre punti su tutti: il costo che ha per il nostro Paeseil costo che hanno i dipendenti e infine l’immunità che verrebbe concessa a persone e beni. Nonostante i soldi gestiti siano pubblici, il fondo si comporta come una normale banca.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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