A pochi giorni dalle amministrative le truppe appaiono, finalmente, schierate: da una parte il centro-destra con Massimo Costa (Pdl, Udc e Grande Sud) dall’altra le due sinistre di Orlando (Idv, Sinistra ed ecologisti per Palermo) e Ferrandelli (Pd, Ora Palermo-lista Ferrandelli, Palermo per Ferrandeli con Vendola).
[ad]Questi tre candidati, dopo la estenuante campagna elettorale, appaiono come nella celeberrima scena de “Il buono, il brutto e il cattivo”: pronti per il duello finale ma senza sapere chi sparerà per primo e verso chi.
Perché quella di Palermo, in effetti, è stata una campagna elettorale anomala.
Tutti sapevano e si aspettavano, una vittoria schiacciante del centro-sinistra già al primo turno con Rita Borsellino sindaco. Ed invece i palermitani hanno dato ulteriore riprova di un acume politico fuori dal comune: via l’anziana Borsellino, avanti con il giovane Ferrandelli. Tutto concluso? Macchè. Dopo pochi giorni accade quello che tutti si aspettavano: Leoluca Orlando, sindaco della primavera di Palermo, ha rotto l’alleanza con il suo ex delfino e si è candidato da solo con i partiti più a sinistra del centro-sinistra. Risultato? Addio facile vittoria sul centro-destra, benvenuto ballottaggio.
Infatti tanti a Palermo si chiedono perché Orlando abbia voluto spaccare l’alleanza. Certo molti dicono che sia stato meglio ora che una volta arrivati in consiglio comunale, con la possibilità di far cadere il sindaco appena eletto e dar vita ad una nuova campagna elettorale, ma non solo. Sono parecchi i palermitani che, dai cinquant’anni in su, sperano di nuovo che “U sinnacu Luca” riprenda per mano la città e la guidi verso una nuova primavera.
Sappiamo però che non sarà facile. Ferrandelli appare il nuovo che avanza, una persona che si è volutamente staccata dai partiti per mettersi al servizio della città (è uscito dall’IDV per potersi candidare alle primarie) e che è lo specchio dell’attuale momento politico italiano: via i partiti, via le facce antiche, sotto con le liste civiche e i giovani preparati. In effetti, le bordate più dure di questa campagna sono arrivati proprio da Orlando contro Ferrandelli e viceversa: accuse di tradimenti, inciuci, mala gestio, ignoranza politica che hanno lasciato spiazzati coloro che credevano in una facile ed indolore vittoria per poter presiedere lo scranno più alto della Sala delle Lapidi (la sede del consiglio comunale di Palermo, nda).
Conscio della situazione esplosiva che si è creata nel centro-sinistra, Erasmo Palazzotto, leader di SEL in Sicilia, parla apertamente di ballottaggio e spera che si torni uniti a sostenere il candidato che uscirà dalla prima votazione.
In caso di ballottaggio sarà anche importante il posizionamento di Aricò, sostenuto da MPA, FLI, Chiamalacittà, Palermo Avvenire e Alleati per la Sicilia. Deciderà di sostenere Costa riproponendo l’alleanza ora presente in parlamento del Terzo Polo, volgerà lo sguardo dall’altra parte essendo egli sostenuto anche dal PDL o,infine, lascerà libertà di coscienza ai propri elettori?
E Costa? Continua nella sua campagna elettorale: ottenuta anche la visita del leader dell’UDC Casini, il quale sostiene che “l’alleanza tra UDC e PDL è anomala e non esportabile” assicura che il candidatosia quello più vicino al modello Monti presente ora in Italia. Inoltre lascia intendere che sulle alleanze future decideranno i vertici isolani, ma appare molto difficile che gli si lascino le mani completamente libere per le regionali. Infatti, dopo aver fatto una sortita contro il governo Lombardo, dichiarato “pessimo”, si congeda dall’auditorium dicendo che l’UDC non potrà appoggiare nuovamente un tipo di governo come quello attuale alla regione.
Costa sa che da vittima sacrificale è passato ad essere un possibile vincitore della corsa ed è tra i più presenti ed attivi: sia in città sia negli organi di stampa. A chi lo accusava di aver ripreso delle idee proposte anche dal Movimento 5 stelle (vedi la possibilità di trasmettere il consiglio comunale in diretta su internet) ha risposto che “le buone idee sono di tutti”.
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[ad]Tra l’altro Nuti, il candidato proprio dei “grillini” ha ricevuto il sostegno del comico genovese il quale, forse, ha fatto la sua peggiore gaffe da quando è sceso in politica: proprio a Palermo ha detto che la politica è peggiore della mafia perché “la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima”(corriere.it). E dopo aver parlato di “processo popolare” per i politici si è congedato con una battuta su Fini, reo di aver dichiarato di non conoscerlo. “Mi domandate di morti” ha risposto Grillo.
Certo, parlare di mafia in Sicilia è qualcosa che solo pochi possono permettersi di fare e certamente Grillo non rientra tra questi. Ovvie le reazioni di sdegno che ha suscitato questa sua affermazione e potrebbe rivelarsi un autogol per la sua lista a queste amministrative. E’vero che la politica sta subendo dei colpi forti in questi ultimi mesi, ma spesso quando si fa di tutta l’erba un fascio si rischia di restare travolti.
In tutto questo restano sullo sfondo i più di mille candidati tra consiglio comunale, di circoscrizione e sindaco che hanno deciso di provare, o di riprovare, il salto nella politica che conta.
Da siciliano non posso che sperare che da queste amministrative vinca la squadra migliore che riesca davvero a portare Palermo nella posizione che merita, sia in Italia sia in Europa.