Elezioni Regno Unito, il copione è sempre lo stesso, metropoli più liberal, provincia a destra
Elezioni Regno Unito, dietro la vittoria dei conservatori un cambio della geografia elettorale britannica, in linea con il trend mondiale
Il Regno Unito ha sempre voluto distinguersi dal resto d’Europa, forte di una sua insularità che con la Brexit ha raggiunto l’apice. Eppure a guardare i trend elettorali delle ultime consultazioni, e in particolare dell’ultima, quella di ieri, gli inglesi sembrano rispettare un copione globale, che si può riscontrare in USA come in Italia.
Si tratta delle tendenza sempre più accentuata delle grandi città, che sono solitamente più ricche del resto del Paese, a votare a sinistra o meglio liberal, social progressista, e delle aree di provincia, in particolare se hanno vissuto un declino economico, a voltare a destra anche quando erano tradizionalmente di sinistra.
Nel voto inglese ciò è avvenuto in modo evidentissimo.
Questi sono i seggi che sono passati di mano. Come i vede quasi tutti i collegi guadagnati dai conservatori sono stati nel Centro Nord del Paese e in Galles. Ovvero in aree una volta a loro molto ostili, dietro il cosiddetto Red Wall, la barriera di collegi laburisti ritenuti inespugnabili.
I Tories sono così riusciti a cambiare in parte la geografia elettorale del Regno Unito, almeno a Sud del Vallo d’Adriano, riuscendo a vincere in modo strategico nonostante la crescita modesta in termini percentuali, +1,2%.
In un certo senso potremmo dire che in realtà sono stati i laburisti a perdere, con un secco -7,8%. E in particolare laddove erano più forti.
In molti collegi il calo è superiore al 15% e basta a fare vincere i Tories nonostante un incremento piuttosto leggero da parte di questi ultimi. Anche perché a crescere è spesso il Brexit party, che a quanto pare però ha rubato consenso più voti ai laburisti che ai conservatori, al contrario di quanto si pensava.
Al Sud e in particolare a Londra è tutta un’altra storia, e l’analisi di alcuni collegi rappresentativi è molto illuminante
Elezioni Regno Unito, i laburisti perdono il collegio di Blair
A fare notizia è la sconfitta laburista in un collegio una volta blindato, quello di Tony Blair, Sedgefield, nel Nord Est, dove i laburisti crollano del 17,1%. Erano ben oltre la maggioranza assoluta.
I Tories recuperano ben l’8,4% e vanno a vincere, mentre un 8,5% lo guadagna il Brexit party.
Che la tattica di attacco dei collegi laburisti in cui aveva vinto il Leave sia stata vincente lo testimonia anche l’affermazione conservatrice a Blyth Valley, sempre nel Nordest, area di ex miniere e cantieri navali, oramai svaniti, come il predominio laburista, dopo il crollo del 15% del partito di Corbyn.
Che rende sufficiente il +5,4% conservatore perché si verifichi un cambio di mano.
I Tories sono riusciti a guadagnare più della media laddove era più utile, quindi dove i laburisti più stavano perdendo, compensando perdite nel Sud in collegi dove comunque il vantaggio non era in pericolo, o in cui erano già perdenti.
Al Sud, e a Londra in particolare, le cose sono andate infatti in controtendenza.
Qui i libdem hanno realizzato i maggiori guadagni, anche in doppia cifra, intercettando voti remainer in uscita da entrambi i partiti maggiori, ma non sono serviti ad aumentare il numero dei collegi vinti.
Guardando però i dati in percentuale è evidente come Londra sia diventata un po’ come le grandi aree urbane americane e nel nostro piccolo Milano, sempre più liberal e progressista a differenza delle aree del Nord in cui i laburisti hanno perso, che assomigliano di più alla nostra Umbria e le ex regioni rosse oppure al Midewest americano che ha abbandonato i democratici per Trump.
Elezioni Regno Unito, i Tories arretrano nei collegi di Londra
Esemplare è uno dei pochissimi seggi guadagnati dai Tories a Sud, il ricchissimo e posh collegio di Kensington, tornato in mano conservatrice solo perché il calo del partito di Johnson è stato leggermente inferiore a quello dei laburisti.
Idem a Islington South, area del centro-nord di Londra gentrificata da decenni, dove pure crollano i laburisti da sempre maggioritari, a tutto vantaggio dei libdem.
I Tories a Sud tengono e si rafforzano invece in molti dei collegi di provincia, in cui già erano in vantaggio, come a Chelmsford
Anche se cominciano a cedere nelle aree rurali più ricche, come Arundel, dove i libdem crescono molto.
Il punto è che gli arretramenti a Sud dei Tories sono molto più limitati dei crolli laburisti a Nord, e vanno a vantaggio non di Corbyn, ma dei libdem, quasi sempre però troppo indietro per trasformarli in guadagni di seggi, e inoltre sono più che compensati dai guadagni a Nord e in Galles.
Il Regno Unito quindi si risveglia più conservatrice, anche più di quanto i risultati in termini percentuali indicherebbero, per una redistribuzione strategica del voto Tory molto efficiente, che è cresciuto dove serviva ed è calato dove tale calo non poteva fare danno.
Rimane una sempre maggiore spaccatura geografica tra le aree urbane e benestanti e quelle di provincia e più povere che negli anni futuri non mancherà di fare sentire le proprie conseguenze. Non solo in Inghilterra
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