L’antichissima galassia descritta sull’ Astrophyical Journal è stata riconosciuta dai ricercatori, che cercavano di osservarla e di studiarla ormai da decenni, come una delle galassie più lontane, antiche e massive dell’universo conosciuto. Mambo-9, osservata per la prima volta dal Max-Planck Millimeter Bolometer (o Mambo, da cui prende il nome), è la galassia più distante mai osservata fin’ora con un telescopio. La sua esistenza fino ad oggi era messa in dubbio dagli astronomi finché grazie al radiointerferometro Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (o Alma) dell’Eso, situato in Cile, è stata possibile confermare la sua esistenza e stimarne dimensioni e distanza.
In Astrofisica guardare lontano vuol dire anche guardare lontano nel tempo dal momento in cui se vogliamo osservare un corpo celeste lontano, ad esempio, 6 anni luce dalla terra significa che la luce che stiamo osservando è partita da quel corpo celeste esattamente 6 anni prima del momento dell’osservazione. Per la galassia Mambo-9 la luce impiega ben 13 miliardi di anni per raggiungere i nostri occhi, il ché vuol dire che abbiamo osservato la luce proveniente da un corpo celeste ugualmente distante.
Questo però non rompe alcun record dato che ci è stato possibile osservare altri presunti corpi celesti anche più lontani di quest’ultima; tuttavia, a causa della presenza di gas, polveri e luce provenienti da altre galassie, non è stato possibile osservarli in maniera dettagliata da studiarne la composizione.
A confermarlo è Caitlin Casey, professoressa del dipartimento di Astronomia all’Università del Texas, che è una tra i tanti autori dello studio:
“Galassie come Mambo-9 tendono a nascondersi in bella vista, ma sappiamo che sono là fuori anche se non sono facili da trovare per via delle fitte nubi di gas e polveri che nascondono la luce delle loro stelle.”
Breve descrizione di Mambo-9
Grazie allo studio approfondito di questa galassia abbiamo scoperto che essa genera una tale massa stellare da rendere la nostra galassia, la Via Lattea, praticamente obsoleta al suo cospetto. Mambo-9 possiede un tasso di formazione stellare che raggiunge valori pari ad alcune migliaia di masse solari all’anno, la nostra galassia invece sforna solo tre masse solari nello stesso tempo.
Persino le sue dimensioni farebbero invidia alla nostra, e a tante altre galassie, come ci spiega la professoressa Casey: “La massa totale di gas e polvere della galassia osservata è grande 10 volte più di quella della Via Lattea, questo ci suggerisce che deve ancora costruire la maggior parte delle sue stelle.” ed aggiunge: “Ci aspettiamo 100 volte il numero attuale di stelle presenti dalla polvere che vediamo. Ma questa non ha ancora prodotto così tante stelle, il che ci invoglia a scoprire come la polvere può formarsi così velocemente.”
Studiare Mambo-9 e le altre galassie simili scoperte di recente, dunque, è di fondamentale importanza se vogliamo avvicinarci a comprendere l’origine e l’evoluzione del nostro Universo.
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Quanto è vecchio l’Universo?
Una domanda a cui i ricercatori di tutto il Globo non hanno ancora dato una risposta certa, la missione Plank del 2013 ci suggerisce che l’Universo sia vecchio 13,82 miliardi di anni mentre le stime a cui erano giunti in precedenza riportavano 13,72 miliardi di anni. Di una cosa siamo sicuri: difficilmente troveremo un corpo celeste nel cosmo vecchio, ad esempio, 15 miliardi di anni e questo ci fa capire che la galassia Mambo-9 sia vecchia quasi quanto l’Universo.
Questa nuova scoperta ci aiuterà sicuramente a rivelare maggiori informazioni sui primi “giorni” del cosmo e inoltre ci darà la possibilità di osservare come si formano le galassie, le stelle e gli esopianeti che, ricordiamolo, si sono già formati ma noi ancora dobbiamo poterlo osservare nel caso della galassia in questione.
Tante domande ed ancora poche risposte per il momento. Ma queste ultime scoperte aggiungono dei tasselli importantissimi per ricostruire la storia del nostro Universo e per iniziare finalmente a rispondere alla domanda che una volta nella vita tutti si sono posti: Da dove (o da quando) veniamo?
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