Reddito di cittadinanza: truffa onlus a Palermo, come intascavano i soldi
Reddito di cittadinanza, ennesima scoperta della Guardia di Finanza che in provincia di Palermo ha scoperto irregolarità nella gestione di una Onlus.
Una sorta di truffa nella truffa. L’ennesima relativa all’indebito riconoscimento e pagamento del reddito di cittadinanza. Dopo avervi parlato, solo qualche giorno fa, del caso verificatosi in provincia di Viterbo oggi raccontiamo quello che è successo vicino Palermo.
Reddito di Cittadinanza, il caso della Onlus di Partinico (Palermo)
La Guardia di Finanza, questa volta, durante un accertamento fiscale ha contestato a ben 11 persone di percepire il corrispettivo del reddito di cittadinanza senza averne diritto. Parliamo di collaboratori di una Onlus di Partinico (Palermo) che secondo quanto accertato nel corso dei controlli si sarebbero distribuiti i compensi sotto forma di rimborsi spese. Salvo scoprire che 11 di questi collaboratori-volontari percepivano anche quanto previsto dalla misura di sostegno al reddito in base alla propria situazione personale e reddituale.
La scoperta
Reddito di cittadinanza e rimborsi spese – La Onlus a cui è stata contestato l’illecito si occupa di servizi legati alla gestione delle autoambulanze e riceveva i fondi pubblici dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo.
In sostanza il meccanismo consisteva nel distribuire ai suoi soci i fondi sotto forma di rimborsi spese. Come è stato scoperto tutto ciò? La Guardia di Finanza ha trovato delle autocertificazioni dei volontari che richiedevano il rimborso spese alla Onlus. Questi percepivano 10 euro al giorno per il massimo previsto di 150 euro al mese. Il confronto tra la documentazione prodotta sotto forma di autocertificazioni e le presenze di questi volontari operato dalla Guardia di Finanza ha messo in luce come i giorni di servizio effettivamente prestato dai volontari fossero inferiori a quanto dichiarato. Molti risultavano presenti quando in realtà erano assenti. La Onlus non può distribuire gli avanzi di gestione derivanti dai fondi ricevuti dell’Azienda Sanitaria Provinciale, né può concedere rimborsi forfettari. Così la Guardia di Finanza a fini fiscali ha considerato i rimborsi come veri compensi che devono essere tassati, prevedendo per la Onlus che ha operato la truffa il pagamento di 75.000 euro di ritenute Irpef evase.
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