Carburante sporco e risarcimento: a chi spetta e come si deve agire

Carburante sporco e risarcimento: che cosa dice la legge in proposito e quali sono le cause del danno? come tutelarsi e quali prove raccogliere?

Carburante sporco e risarcimento a chi spetta e come si deve agire
Carburante sporco e risarcimento: a chi spetta e come si deve agire

È noto che ogni automobilista deve fronteggiare tutta una serie di problematiche e di vicissitudini, connesse all’utilizzo del mezzo a motore di proprietà. Tra esse, quella dell’eventuale risarcimento carburante sporco, un’eventualità oggi tutt’altro che remota. Vediamo allora più nel dettaglio che fare e come comportarsi in una situazione come questa.

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Carburante sporco: un problema concreto, le cause e le conseguenze

Differenti sono le cause che possono produrre un danno al motore per colpa di un carburante non adatto: non solo la disattenzione dell’automobilista che utilizza la pompa di benzina sbagliata (e in questo caso non c’è alcun possibile risarcimento), ma anche e soprattutto, come anticipato, il carburante non a norma, ovvero sporco, inquinato e in cui sono presenti tracce di impurità. D’altra parte le associazioni dei consumatori spesso lamentano questo problema, a riprova della sua larga diffusione nella penisola. Ma perché un carburante è sporco? quali sono i motivi?

Essi sono fondamentalmente 3:

Le conseguenze per il mezzo a motore di cui si è proprietari, possono essere non di poco conto, e possono ben giustificare la richiesta di risarcimento danni. Nello specifico i danni possono riguardare il sistema di iniezione o la pompa del carburante, che andranno sostituiti: in ogni caso si tratta di spese non esigue da fronteggiare.

Come provare il danno da carburante inquinato o sporco?

Posto che l’errore dell’automobilista nelle scelta del carburante non è mai fonte di risarcimento, è necessario – nelle altre circostanze – riuscire a provare che il carburante è effettivamente sporco, ovvero occorre provare la responsabilità del gestore della stazione di servizio. È chiaro che le prove debbono essere ben circostanziate e risultare da analisi chimiche ad hoc: soprattutto, occorre dimostrare che il guasto del mezzo non è stato dovuto ad altre ragioni diverse dal carburante sporco.

Possiamo individuare 3 tipi di prove da far valere per poter ottenere il risarcimento, vediamole in sintesi:

Ottenute le prove, sarà più agile la fase successiva, ovvero la quantificazione della somma da risarcire, tenendo conto del preventivo delle spese di sostituzione pezzi o della fattura delle riparazioni già svolte.

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A chi chiedere il risarcimento?

Una volta raccolto il necessario materiale probatorio e quantificato il danno, sarà necessario effettuare la richiesta scritta di risarcimento, tramite spedizione di raccomandata a.r. all’azienda che gestisce l’impianto di distribuzione carburante. In corso di causa, il gestore – per evitare la condanna al risarcimento danni – dovrà sostenere, a sua volta, l’onere della prova e riuscire a dimostrare che la colpa per il carburante sporco non dipende da lui (ad es. provando che è stato un terzo a provocare il danno) e che anzi – come ribadito dalla Cassazione – il carburante è assolutamente pulito e senza tracce di impurità tali da poter danneggiare il mezzo a motore. Si tratta insomma di un evidente ipotesi di responsabilità contrattuale in capo al gestore del distributore, fondata sul previo contratto di vendita di beni di consumo (benzina) tra gestore stesso e cliente automobilista.

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