Cheops in orbita: come funziona il supertelescopio e a cosa serve

Pubblicato il 18 Dicembre 2019 alle 15:24 Autore: Daniele Sforza

Cheops è in orbita: ecco come funziona la sonda, a cosa serve esattamente e cosa c’entra l’Italia. Tutto quello che bisogna sapere, in sintesi.

Cheops in orbita come funziona
Cheops in orbita: come funziona il supertelescopio e a cosa serve

C’è vita oltre il sistema solare? La risposta a questa domanda potrà darla Cheops, una sonda partita questa mattina dalla base spaziale europea di Kourou nella Guyana francese, assieme al satellite Cosmo-Skymed di seconda generazione (Csg) che avrà invece il compito di osservare la Terra realizzato dall’Agenzia spaziale italiana e dal ministero della Difesa. Il lancio di Cheops, dell’Agenzia Spaziale Europea, doveva in realtà avvenire ieri, ma un guasto al software di controllo del vettore Soyuz ha fatto slittare la partenza, che è avvenuta esattamente 24 ore dopo: il lancio, infatti, è avvenuto questa mattina alle 9.54 (ora italiana).

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Cheops in orbita: cos’è e a cosa serve

Cheops (acronimo che sta per CHaracterising ExOPlanets Satellite) è un telescopio spaziale e il suo compito principale è quello di scoprire di cosa sono fatti gli esopianeti, ovvero tutti quei pianeti raggiungibili che si trovano al di fuori del sistema solare. Si tratta a tutti gli effetti di una delle ricerche più importanti a livello scientifico, non solo per verificare la possibile esistenza (in passato o nel presente) di forme di vita extraterrestre, ma anche per fornire ulteriori informazioni su come si è formata la Terra. L’obiettivo è quello di superare le tradizionali statistiche e studiare nel dettaglio quanto si è appreso sui sistemi solari finora, come ha affermato David Ehrenreich, responsabile della missione diretta dalla Svizzera e dall’ESA. La ricerca non sarà indirizzata alla scoperta di nuovi pianeti, ma allo studio di quelli già individuati, verificarne l’esistenza, le dimensioni. Il rapporto tra dimensioni e massa consentirà di conoscere la densità del pianeta.

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Mettiamo l’eventualità di trovarci di fronte a due pianeti che hanno la stessa massa e che si trovano nella medesima zona abitabile. La densità è un elemento importante per identificare l’abitabilità di quel pianeta: “Se la densità del primo è alta significa che è essenzialmente composto da rocce, con una sottile atmosfera solida”, spiega Ehrenreich. “Se la densità del secondo è debole, questo sarà un pianeta composto da gas, con un’atmosfera estremamente spessa”. Ciò significa che la presenza di acqua allo stato liquido sarà possibile solo sul primo pianeta. Cheops, dunque, andrà a scartare i pianeti “poco interessanti” sotto l’aspetto della vivibilità, mettendo invece il focus su quelli dove è possibile cercare tracce di vita.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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