Costi ricarica Tim, Wind e Vodafone camuffati: arriva la diffida Agcom
Costi ricarica Tim, Wind e Vodafone: arriva la diffida dell’Agcom sui costi occulti delle ricariche . Gli operatori devono eliminarli entro una trenta giorni
Costi ricarica Tim, Wind e Vodafone: arriva la diffida dell’Agcom sui costi occulti delle ricariche telefoniche. Gli operatori devono eliminarli entro trenta giorni.
Costi ricarica Tim, Wind e Vodafone: pagare per servizi non richiesti
Arriva la diffida dell’Agcom, l’Autorità garante delle comunicazioni, contro gli operatori mobili rispetto all’ormai nota questione dei costi “occulti” delle ricariche telefoniche. La pratica scorretta rilevata a più riprese dalle associazioni dei consumatori consiste nel far pagare un euro in più rispetto al credito telefonico che poi ci si trova effettivamente accreditato. Questo euro in più serve a coprire l’acquisto di un servizio aggiuntivo comunque non richiesto.
Sostanzialmente, acquistando una ricarica del taglio di 10 o 5 euro in tabaccheria o in ricevitoria (la questione non si pone per le ricariche effettuate online o tramite app) ci si vede accreditati rispettivamente solo 9 o 4 euro ma si può usufruire di minuti, sms, giga aggiuntivi o partecipare a concorsi a premi. Tutto ciò avviene in modo a dir poco opaco. Considerata l’applicazione solo ai tagli più piccoli acquistati presso i rivenditori è chiaro come si vada a “colpire” le fasce più deboli dei consumatori come, per esempio, gli anziani.
La diffida dell’Agcom: 30 giorni per eliminare i costi nascosti
Dunque, nel testo della diffida Agcom si legge: “le modalità con le quali le predette offerte vengono attivate, nonché la loro denominazione, non garantiscono la consapevolezza da parte degli utenti circa l’acquisto di una offerta di servizi diversa dalla semplice ricarica, e dunque dell’effettivo prezzo del servizio, né la certezza circa la reale volontà di procedere a tale acquisto, e pertanto si traducono, nella sostanza, in un costo fisso aggiuntivo rispetto al traffico telefonico acquistato”.
Dunque, scatteranno le sanzioni se tale pratica avrà ancora luogo. Come precisa sempre l’Agcom nella sua delibera, gli operatori hanno tempo fino a metà gennaio per “adottare modalità di ricarica che non comportino necessariamente, per determinati tagli, la contestuale attivazione di pacchetti o opzioni tariffarie, così da rendere evitabile, per quegli stessi tagli, tale attivazione e superare al contempo la possibile confusione tra le operazioni di ricarica e l’acquisto di pacchetti o offerte commerciali”.
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