Cenone vigilia di Natale 2019: piatti, cosa si mangia e tradizioni regionali
Dalla polenta con il baccalà alla pasta con le sarde a beccafico: ecco cosa mangiano gli italiani durante il cenone della vigilia di Natale.
Dalla polenta con il baccalà alla pasta con le sarde a beccafico: ecco cosa mangiano gli italiani durante il cenone della vigilia di Natale.
Come ben si sa, sono diverse le abitudini e le tradizioni da rispettare lungo la Penisola durante il periodo natalizio, così come ogni regione d’Italia offre differenti piatti da mangiare in occasione del fatidico cenone di Natale. Scopriamo cosa mangiano gli italiani in questo evento, partendo dal Nord e arrivando fino al Sud.
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Cenone Vigili di Natale: le specialità del Nord Italia
In Valle d’Aosta si è soliti mangiare la carbonade, carne di manzo cotta nel vino rosso, e i crostini al miele conditi con salumi di capra o pecora essiccate e aromatizzate. In Piemonte gli agnolotti e il gran bollito misto sono le specialità natalizie, mentre in Liguria si va forti di ravioli e cappon magro, un piatto di verdure e pesce. A sorpresa, uno dei piatti tipici della Lombardia è l’anguilla cotta al cartoccio, mentre in Veneto è tradizione mangiare la polenta con il baccalà e il lesso con le salse.
Imbarazzo della scelta in Friuli, dove si mangiano brovada e muset, una zuppa di rape e cotechino, con la polenta, poi trippa con sugo e formaggio e il cappone. In Trentino-Alto Adige sono specialità del posto i canederli, ovvero capriolo o capretto al forno, oltre a strudel o zelten a base di frutta secca e canditi.
Le specialità del Centro Italia
Scendendo un po’ più giù, in Emilia Romagna si mangiano tortellini, passatelli, tagliatelle, lasagne, prosciutto e culatello. In Toscana, invece, sono soliti preparare per il cenone crostini di fegatini, arrosto di faraona o di anatra, il cappone ripieno e anche il bardiccio, una salsiccia di maiale speziata al finocchio. Tradizionali nelle Marche e in Umbria sono i maccheroncini di Campofilone e i cappelletti in brodo.
Sulle tavole d’Abruzzo non possono mancare l’agnello arrosto, il bollito di manzo, le lasagne e le zuppe. Protagonista indiscusso nel Lazio è, invece, il baccalà, ma vi è anche abbondanza di fritto misto di verdure, il capitone, la minestra di pesce, la pasta con i broccoli, così come si è soliti abbuffarsi di spaghetti con le alici, anguilla fritta o in carpione e insalata di puntarelle. Infine, si prosegue con il torrone, il pampepato e tanta frutta secca.
Cenone Vigilia di Natale: le specialità del Sud Italia
Durante il cenone di Natale, in Molise si mangia la zuppa di cardi, il brodetto alla termolese e il baccalà arracanato o quello al forno. In Campania, invece, sulle tavole sono presenti brodo di cappone, spaghetti alle vongole, friselle, struffoli, roccoccò, frutta secca e, soprattutto, il capitone. In Puglia si preparano le cime di rapa, le pettole, l’anguilla arrostita e il baccalà fritto. Come dolci presenti i turdulli e la pitta ‘mpigliata.
In Basilicata il cenone è servito con minestra di scarole, verze, cardi in brodo di tacchino, baccalà lesso e pane con le mandorle, mentre come dolci vengono preparate le scarpedde. Infine, in Calabria si mangiano vari tipi di salumi, spaghetti con mollica di pane e alici, capretto o pesce stocco accompagnati con broccoli calabresi saltati.
Le specialità delle isole
Vasta varietà di scelta in Sicilia, dove la tradizione vuole insalata di arance, aringa e cipolla, cardi in pastella, gallina in brodo, pasta con le sarde e lo sfincione. Tra i dolci spiccano i buccellati oltre alle cassate e ai cannoli. In Sardegna sono immancabili i culurgiones de casu, ovvero ravioli ripieni con sugo di pomodoro e formaggio, oltre ai malloreddus, che sono gnocchetti di semola al sugo di salsiccia. Per secondo va sempre forte il porceddu, ovvero il maiale arrosto e piatto più noto della regione
Come si può ben notare, il cenone di Natale è un momento molto importante per gli italiani, che si apprestano a celebrare questo evento nella maniera più golosa possibile. Tutto ciò è solo merito della vasta cultura culinaria di cui il Paese gode da sempre e che trova spazio non solo in questa occasione, ma bensì anche nei semplici giorni feriali.
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