La ricandidatura di Luca Ceriscioli a presidente delle Marche non è ancora certa ma il diretto interessato ostenta sicurezza e serenità. La regione da lui guidata andrà al voto nella primavera del 2020 e il centrodestra vuole strappare al centrosinistra un’altra regione rossa dopo aver conquistato l’Umbria con Donatella Tesei. Le rilevazioni demoscopiche, ad oggi, premiano la coalizione guidata dalla Lega di Salvini. Secondo i sondaggi politici Tecnè realizzati per il Corriere Adriatico, il 50,7% dei marchigiani voterebbe per un candidato di centrodestra, il 30,6% per uno di centrosinistra e il 18,7% per uno del Movimento 5 Stelle.
A pesare sul risultato ci sono anche i giudizi negativi raccolti da Ceriscioli e dalla sua giunta. Secondo i sondaggi politici Tecnè, il 73,9% degli intervistati boccia l’attuale presidente e una percentuale analoga critica l’operato della giunta da lui guidata.
Per il 53,4% dei marchigiani la qualità della vita negli ultimi anni è peggiorata. Sono tanti i problemi che, secondo i cittadini, interessano la regione. Al primo posto c’è la disoccupazione e la precarietà del lavoro (53,8%), al secondo le tasse troppo elevate (40,4%), al terzo gli stipendi troppo bassi (38,4%). Seguono la crisi economica delle imprese (33,2%), l’eccesso di burocrazia insieme all’inefficienza della pubblica amministrazione (16,4%), l’inefficienza del sistema sanitario (13,6%), la ricostruzione post-terremoto (11,8%), la sicurezza personale (8,2%), i trasporti pubblici (7,5%) e infine la mobilità (3,6%).
Sondaggi politici Tecnè: la difesa di Ceriscioli
In un incontro con il pubblico svoltosi pochi giorni fa a Pesaro, Ceriscioli non ha nascosto i problemi anche se ha voluto fare qualche puntualizzazione. Ad iniziare dall’economia: “Quella marchigiana va male. Il modello del piccolo è bello è cambiato, bisogna confrontarsi col mercato globale. A questo si è aggiunta la crisi di Banca Marche. E vedere cosa è successo per la banca di Bari fa rabbia. Avevamo chiesto di rifinanziare Bm con 400 milioni di euro, così avremo avuto un’altra regione. Non siamo stati ascoltati. Un tema costante, anche con 30 mila sfollati. Chiediamo più ascolto anche sul decreto sisma, per permetterci di ripartire oltre la burocrazia”. Il governatore ha rivendicato anche alcuni risultati raggiunti durante la sua amministrazione: “Il debito della regione si è ridotto del 31% passando da 1046 milioni a poco più di 700 milioni. C’è stata anche una riduzione delle tasse con l’Irpef che è a una media di 320 euro in regione contro i 410 a livello nazionale”.
Infine gli investimenti: “Tre miliardi per il sistema Marche, con 430 milioni per l’edilizia sanitaria, fondi su 800 km di strade disastrate tornate in capo alla Regione e fibra ottica. Sono un segno di buon governo”. I risultati dei sondaggi politici Tecnè sembrano però raccontare tutt’altra storia.
Sondaggi politici Tecnè: nota metodologica
Data o periodo in cui è stato realizzato il sondaggio: 9 dicembre 2019. Campione probabilistico articolato per sesso, età, area geografica, ampiezza centri – ponderazione sociodemografico e politico. Campione rappresentativo della popolazione > 18 anni residente nelle Marche – Margine di errore: +/- 3,1% (sui risultati a livello dell’intero campione). Campione di 1.000 casi [Totale contatti: 4.818 (100%) – rispondenti: 1.000 (20,8%) – rifiuti/sostituzioni: 3.818 (79,2%)]. Metodo raccolta delle informazioni: cati – cami – cawi.
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