A distanza di pochi mesi, oggi mercoledì 25 dicembre 2019, il maestro Ezio Bosso torna in tv con “Che Storia è la Musica” come protagonista di una serata evento questa volta dedicata a Cajkovskij che andrà in onda su Rai3 in prima serata, a partire dalle ore 21,15.
In particolare la serata, dopo il lavoro dedicato a Beethoven andato in onda a giugno, si concentrerà sul compositore russo e sulla sua sesta sinfonia ovvero la Patetica. “Nessuno – ha affermato Bosso – più di lui poteva essere il protagonista di Natale, amò questa festa come nessun altro”.
Che storia è la musica, ospiti
Il maestro Bosso si accompagnerà di ospiti chiamati a percorrere con lui e con il pubblico un viaggio dentro la musica. Realizzata nel cuore della Tuscia, al Teatro dell’Unione di Viterbo, “Che Storia è la Musica” vede protagonista, accanto a Bosso e ai suoi ospiti, l’Orchestra Europa Filarmonica, da lui fondata e per l’occasione arricchita dai giovani dell’Orchestra Filarmonica di Benevento, e il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro. Chi sono dunque gli ospiti? Sono tanti: si va da Corrado Augias a Mario Tozzi, da Igor Cassina a Giuseppe Picona fino a Max Tortora. Oltre a loro ci sarà anche il conduttore Diego Bianchi in arte Zoro, conduttore di Propaganda Live in onda su La7. E a proposito degli ospiti, come riporta l’Ansa, Ezio Bosso ha dichiarato: “Ogni ospite entra personaggio ed esce persona perché la musica emoziona e spoglia di tutte le maschere. La mia maschera è la bacchetta, che nasconde il dolore. Cajkovskij è l’esempio più grande di come la musica riesca a curare i malati”.
Bosso sulla serata-evento di Natale
Che storia è la musica Natale 2019 – Il maestro Ezio Bosso ha spiegato i timori nell’accettare il nuovo impegno. “A convincermi ad accettare è stata l’Orchestra e il fatto che ritengo non importante ciò che farai, ma ciò che hai fatto e che lascerai”. Spiegando anche quali potranno essere le differenze con l’appuntamento di giugno: “Abbiamo alzato l’asticella rispetto a giugno, c’è molta più musica. Rifare la stessa cosa avrebbe significato cadere nella banalità: io continuo ad andare contro i luoghi comuni”.
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