Aru, Quintana, Froome e gli altri. La rivincita del 2020
Da Fabio Aru a Chris Froome passando per altri corridori: il 2020, per forza di cose, per molti scalatori dovrà significare rinascita.
Manca sempre meno all’inizio della stagione ciclistica 2020 e i corridori entrano nel periodo di preparazione più dura in vista delle prime gare dell’annata.
Come sempre, gennaio sarà dedicato soprattutto a corse minori, senza tralasciare comunque l’importante Tour Down Under australiano. E, con il ritorno delle gare, il pensiero va a quei corridori top tra gli scalatori che devono assolutamente rifarsi dopo aver trascorso una stagione negativa per svariati motivi.
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Aru vuole la rivincita, Froome capirà se può ancora competere
Tra questi troviamo sicuramente Fabio Aru. Il corridore sardo arriva da annate complicate che ne hanno compromesso in parte la carriera, soprattutto a causa dell’infortunio all’arteria iliaca che nel 2019 lo ha tenuto fuori tutta la prima parte di stagione. Si è detto voglioso e pronto a smentire chi pensa sia già un corridore finito e per farlo ha deciso di puntare al Tour de France.
Chris Froome – più che dimostrare – dovrà capire se dopo il tremendo incidente dello scorso giugno riuscirà a competere con il resto del gruppo come prima. La Ineos gli ha dato ovviamente massima fiducia scegliendolo come capitano per il Tour, ma le presenze in casa sua di ciclisti del calibro di Carapaz e Bernal lo costringono a mettersi in competizione da subito.
Anche Tom Domoulin ha passato un 2019 ai box complice l’infortunio al ginocchio patito in una delle prime frazioni del Giro d’Italia. Il cambio di squadra però potrebbe agevolarlo, questo perché la Jumbo Visma si è trasformata ufficialmente in uno dei miglior team in circolazione.
In questa lista rientra anche Romain Bardet, corridore mai consacratosi in questi anni ma che è riuscito comunque a gareggiare ad alti livelli negli anni passati soprattutto nelle strade di casa.
La rinascita colombiana
Aru, Froome e Domoulin non solo i soli a caccia di rivalsa. Infatti c’è anche un trio tutto colombiano che ha da dimostrare qualcosa dopo dodici mesi molto negativi.
A guidare questo plotoncino di cafeteros abbiamo Nairo Quintana, reduce da anni di flessione. Due vittorie di tappa tra Tour e Vuelta ottenute l’estate scorsa non bastano a Nairoman, ora finito all’Arkea Samsic che non è riuscita ad ottenere la licenza World Tour. La Grand Boucle resta la grande aspirazione.
Serve uno scossone anche a Miguel Angel Lopez. Il portacolori dell’Astana è ancora giovane e ha tanto potenziale, ma pecca di testa. Quest’anno a mancargli nei momenti decisivi è stata infatti la lucidità più che le gambe, motivo per il quale tutto dipende da lui in questi mesi.
Ultimo ma non per importanza troviamo Rigoberto Uran. Dopo l’exploit del Tour 2017 sembrava poter finalmente esplodere, ma poi si è nuovamente perso come già capitato in passato. Avrà un’altra chance per rifarsi?
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