Ci sono novità importanti per quanto riguarda la bolletta luce e gas: a luglio 2020 ci sarebbe dovuto essere il tanto atteso addio al mercato tutelato dell’energia. Gli utenti avrebbero quindi dovuto scegliersi una fornitura tra quelle presenti nel mercato libero. Ciò sarebbe dovuto partire il 1° luglio del prossimo anno. Diverse associazioni di consumatori hanno lamentato però una scarsa informazione riguardo il vademecum su come affrontare questo passaggio e soprattutto cosa accade a chi non fa nessuna scelta, una volta raggiunta quella data. Problemi da rinviare a una nuova data, perché nel decreto Milleproroghe rientrerà il decreto che prevede lo slittamento della fine del mercato tutelato al 1° gennaio 2022.
Bolletta luce e gas: addio al mercato tutelato, nuovo slittamento
Un addio che ha già ricevuto diverse proroghe nel corso del tempo: basti considerare che originariamente il termine del mercato tutelato era stato fissato per il 30 giugno 2015 (per il gas, un anno più tardi per l’elettricità). Come scrive Il Salvagente, però, nel 2018 il 56% dei clienti domestici era ancora sotto tutela. Colpa di un mercato libero non concorrenziale la maggior parte delle volte e ancora poco chiaro sotto molti aspetti. “A oggi ci sono circa 530 operatori autorizzati per vendere gas, luce e offerte duel fuel (combinate) e in molti casi le offerte che propongono sono ampiamente più care dei prezzi regolati dall’Authority”, scrive il portale di riferimento dei consumatori.
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Bolletta luce e gas: i problemi del mercato libero
Per avere un esempio concreto sotto mano è sufficiente recarsi sul Portale Offerte e valutare le migliori proposte per una famiglia media italiana, per poi confrontare i prezzi con quelli del mercato tutelato. La cosa sorprendente è che solo un settimo delle offerte provenienti dal mercato libero propone costi più vantaggiosi rispetto a quelli del mercato tutelato. Ed è anche questo che spinge i consumatori a non scegliere e a restare ancora oggi nel mercato tutelato. L’appuntamento è stato comunque rimandato al 1° gennaio 2022, c’è ancora tempo per pensarci.
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