Elezioni amministrative a Genova: cosa bolle in pentola?
Manca poco ormai alle elezioni amministrative che si svolgeranno tra domenica e lunedì 6 e 7 maggio. Genova è uno dei contesti più significativi, sia perché si tratta di uno dei comuni di maggiori dimensioni sia per avere delle indicazioni sui possibili effetti politici degli importanti avvenimenti che stanno caratterizzando lo scenario politico nazionale: l’uscita del centrodestra dal governo e la sua successiva frammentazione, gli ultimi eclatanti episodi di corruzione e la cosiddetta “ondata dell’antipolitica”. Aspetti tra loro strettamente collegati.
I principali protagonisti
[ad]Il centro-sinistra si presenta a Genova con un’ampia coalizione composta da PD, Idv e SEL. Il candidato Marco Doria, vincitore delle primarie di questo schieramento –l’Idv non partecipò – è riuscito a tenere unito il centro-sinistra, che, in altri casi, vedi Palermo, si è invece diviso. Spesso la sua figura è stata associata a quella di Pisapia, perché non si tratta di un politico di professione, benché sia profondamente legato alla tradizione del PCI, per la sua natura di uomo di cultura – è professore universitario di Storia Economica – e per la nascita “dal basso” della sua candidatura. Lo stesso Pisapia è stato uno dei principali sponsor di Doria, sostenendo che la sua elezione potrebbe essere l’occasione per creare un triangolo “politico” il cui terzo vertice è il sindaco di Torino Piero Fassino, per il rilancio del Nord.
A questa unità della sinistra risponde, invece, un centro destra particolarmente diviso. Ben tre sono i candidati di quest’area: Enrico Musso, ex senatore del Pdl, candidato per il terzo polo, Edoardo Rixi, per la Lega e Pierluigi Vinai, al vertice di una lista civica, viene appoggiato dal Pdl. In particolare Musso e Vinai si contendono il voto di un bacino elettorale molto simile, quello che definiscono “moderato”. Il primo aveva preparato da tempo la propria candidatura a sindaco di Genova, mentre il secondo è stato presentato in extremis dal Pdl dopo una lunga e difficile trattativa. Indubbiamente Vinai è meno conosciuto, ma la sua presenza ha rappresentato un ostacolo per Musso. La sua forza all’interno mondo cattolico, riuscirà probabilmente a drenare alcuni voti dal proprio diretto avversario di centro-destra, che è, invece, un laico e liberale. Questa tensione nell’elettorato cattolico è stata evidenziata anche dalla scelta di tre giovani membri dell’Udc di sostenere il candidato del Pdl, venendo per questo espulsi dal proprio partito.
La divisione della destra è anche dovuta alla decisione della Lega di presentarsi autonomamente con il proprio candidato Rixi, ex vicesegretario regionale del partito. Anche per il candidato del carroccio la campagna elettorale ha riservato sorprese molto amare. L’esplosione del caso Belsito – già vicepresidente regionale del partito prima dello stesso Rixi – ha colpito direttamente i principali esponenti della Lega ligure e ha provocato un duro colpo per l’immagine del partito anche tra gli elettori genovesi.
Benché la sinistra appaia sostanzialmente coesa il Movimento Cinque Stelle rappresenta comunque una spina nel fianco per Doria. Il movimento di Beppe Grillo rappresenta con il suo candidato, Paolo Putti, il principale impedimento alla vittoria al primo turno del candidato di centro-sinistra. Il movimento, sfruttando il sentimento di delusione nei confronti dei partiti tradizionali, può captare una parte degli elettori a cui si rivolge la lista civica del candidato di centro-sinistra.
Sondaggi e scenari
I sondaggi effettuati, raccolti in questa sezione da Termometro Politico, evidenziano alcune tendenze su cui riflettere. In primo luogo è chiara la scarsa competitività delle amministrative di Genova, data dal forte distacco che il favorito, Marco Doria, impone ai suoi inseguitori. Il più vicino, Enrico Musso è staccato di quasi 30 punti percentuali. In generale la coalizione di centro-sinistra può vantare un vantaggio che oscilla tra i 32 e i 36 punti percentuali, con un terzo polo che fluttua tra il 10 e il 20% delle preferenze.
Sulla base di queste cifre Doria sarebbe molto vicino alla possibilità di chiudere la partita al primo turno ottenendo più del 50% dei voti, ma tutto dipende dalla capacità del “professore rosso” di non perdere troppi voti a favore del Movimento cinque stelle. Per questa ragione il candidato del centro-sinistra ha recentemente fatto un appello al voto utile per tentare di limitare la dispersione dei propri elettori. Tuttavia sembrerebbe infondata la paura del secondo turno poiché da un recente sondaggio di Repubblica (20 aprile) risulta che in caso di ballottaggio con Musso il 62% degli intervistati voterebbe Doria. Questa percentuale sale al 67% se il ballottaggio fosse contro Vinai.
Se da un lato la sinistra può gioire per la probabile riconferma alla guida del Comune di Genova, dall’altro lato il Pd dovrà riflettere sulla sangria di voti di cui, secondo i sondaggi, starebbe soffrendo. Analisi più approfondite potranno mostrare con precisione verso quali formazioni si stia realizzando questo esodo, ma un indizio può già provenire dal buon risultato dalla lista civica di Doria, che nell’ultima rilevazione Ipsos ha raggiunto persino il 15% delle preferenze.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)