Ibrahimovic al Milan, scelta giusta? Pro e contro dell’operazione
Mancherebbe soltanto l’ufficialità per il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan, dopo settimane di voci che si sono rincorse giorno…
È arrivata l’ufficialità per il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan, dopo settimane di voci che si sono rincorse continuamente. Lo svedese si è svincolato dagli statunitensi dei Los Angeles Galaxy e ora ha riabbracciato i colori rossoneri dopo il biennio 2010-2012 in cui ha vinto uno Scudetto e una Supercoppa Italiana, prima di volare al PSG.
Un ritorno atteso da una grossa fetta di tifoseria vista la situazione in cui versa la propria squadra, ma sono in molti quelli che si chiedono se questo acquisto sia davvero importante.
Per questo motivo, di seguito proviamo a capire meglio questa mossa di mercato.
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Ibrahimovic al Milan: i pro
Sicuramente il Milan si metterebbe in casa un giocatore che non ha bisogno di ulteriori presentazioni: oltre 500 gol in carriera e una trentina di trofei di squadra corredano uno dei curriculum più ricchi della storia del calcio.
Il suo sbarco a Milanello rappresenta ancora un lusso nonostante le trentotto primavere sulle spalle e serve soprattutto a rafforzare uno spogliatoio che spesso ha peccato di esperienza e stabilità dal punto di vista comportamentale. Una guida vera e propria nel Milan di oggi non sembra esserci, a causa soprattutto dei numerosi volti giovani presenti in rosa.
In campo i centravanti attuali non hanno mai convinto in questi mesi e la vicinanza competitiva di un giocatore come Ibrahimovic può certamente spronarli a dare il meglio di loro, andando a tamponare così un problema enorme.
Anche mediaticamente il gigante svedese può rappresentare un tassello molto importante, accrescendo il numero dei riflettori puntati sul Milan e dando una spinta anche al settore merchandising oltre alle varie entrate derivate da partite e tutto il resto, in un periodo storico complicato anche economicamente parlando.
Tornando al campo, l’età non dovrebbe far preoccupare come si pensa: spesso è soltanto un numero e lo dimostrano alcuni centravanti di questi ultimi anni, da Quagliarella a Toni, passando per Di Natale, Borriello, Milito e non solo. Quando segnare è nel dna, la carta d’identità passa spesso in secondo piano.
Non solo pro, anche i contro
Per la verità, ci sarebbe solo un contro ma bello grande: il Milan sulla carta non possiede una rosa tale da competere per la zona Champions League, obiettivo ad oggi quasi del tutto sfumato. Perciò l’arrivo di Ibrahimovic potrebbe non servire a ciò e, in caso di flop, la dirigenza avrebbe una bella gatta da pelare.
Questo perché, tra gennaio e agosto, i rossoneri hanno speso una settantina di milioni di euro per accaparrarsi prima Piatek e poi Leao. Entrambi stanno faticando fortemente e uno dei due rischia il taglio: in questo caso il sacrificato sarebbe Piatek, visto il modo di giocare del portoghese che meglio si sposa con le caratteristiche di Ibrahimovic. La cessione del polacco – escludendo una possibilità di prestito – significherebbe quasi certamente minusvalenza.
Avendo svolto un lavoro assolutamente insufficiente nella costruzione della squadra, la dirigenza – nel caso in cui si verificasse questo scenario – si ritroverebbe probabilmente in una strada senza uscita.
Servirà dunque rafforzare anche gli altri reparti con più acquisti, necessari a bilanciare e aiutare il tecnico Pioli ad avere a disposizione giocatori che si sposano con il suo progetto tecnico. Dal punto di vista economico, Ibrahimovic guadagnerà 3 milioni da gennaio a giugno e 4.5 nella stagione 2020/2021 in caso di prolungamento, cifra sicuramente non bassa ma che non può e non deve compromettere in nessuna maniera il resto della campagna di rafforzamento.
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