Una sera in un salotto di Milano

Una sera in un salotto di Milano

Tutto ciò che segue è avvenuto ed è stato detto davvero.
Ogni cosa che leggerete e sentirete è reale.

-Il libro della Yogananthan, guarda, stupendo. Tu sei stata in India?
-Eh, due volte, ma adesso coi bambini…
-Bè, lei fa l’itinerario della leggenda di Ramayana, e pubblica i libri a capitoli, io l’ho scoperta dal 2013 e ti trasmette proprio l’essenza dell’India giù fino allo Sri Lanka. Certe foto sembrano dipinti, giuro. Capisco non sia per tutti, eh.
-La gente non capisce niente.

Immagini a scopo puramente illustrativo

Il loft sarà un centinaio di metri quadri, un diffusore di essenze bergamotto e cannella non copre abbastanza l’odore di malta appena asciugata che si sente nel bagno. In salotto c’è un parquet vero su cui troneggia un keshan di quattro metri per tre, una libreria su misura in frassino dal taglio minimal, faretti nel controsoffitto, solita Brionvega RR126 color panna sotto un Pollock, due Kandinsky e il poster di 8 e ½.

-Comunque dai sondaggiii… hmm, Salvini… è calato parecchio.
-Vedi la storia delle Sardine… poi finché non concretizzano…
-È l’ennesimo movimento di protesta. Io mi aspetto Zingaretti faccia almeno un passo avanti, perché…
-Ma l’ha fatto! Ha dichiarato ch

Una cinquantina di persone con in mano bicchieri di plastica ansima ansie ambientaliste, alcuni svapano, altri si affollano davanti al buffet che offre tartine da catering, tramezzini, uova e asparagi, tiramisù in bicchiere, prosecco e rosato. La porta finestra della terrazza si apre e si chiude, mentre i fumatori si danno il cambio spegnendo i mozziconi in un paiolo di pietra.

-Poi sono giovani, anche mio figlio… Per me la gente si sta svegliando, adesso il problema è la Meloni.
-Ma figurati, hai visto la storia del pronto soccorso?
-Sì, sì, allucinante… quello è Editorialista?
-Dove?

L’età media è sui 45; maglioncini a girocollo e giacche dal taglio moderno, tacchi a rocchetto e occhiali a montatura spessa. Fuori, una pioggia sottile e gelida accarezza i palazzi di Milano. I padroni di casa si muovono da un gruppo all’altro distribuendo strette di mano e pacche sulla spalla appena appoggiate, mai fermi per più di cinque minuti, sorridono, annuiscono, proseguono. Gli zombizzati dal Lexotan cominciano a lasciarsi andare. Se una quarantenne in nero giocherella coi petali di una stella di Natale forse è malinconia, forse è Diazepam.

-Noi avevamo il pavimento riscaldato con le serpentine ma l’ho fatto togliere, perché…
-Eh, ti crea problemi col parquet, lo so. Noi…
-Ma non è quello, è che ti gonfia le gambe.
-Noi ce l’abbiamo a Livigno, ci ha deformato il parquet. Le gambe non ho mai… però stiamo anche a sciare.
-Quest’anno non andate?
-Eh no, ti ho detto, abbiamo gli operai.

Una falena bionda, tubino fasciante sulla trentina, ride troppo mentre appoggia la mano sull’avambraccio di Personaggio, capelli grigi, fisico burroso e giacca di velluto a coste. Si bloccano, si voltano verso il centro della stanza con espressione corrugata. Anche il chiacchiericcio cambia tono, risate nervose e borbottii, mentre nell’aria si diffonde l’inconfondibile odore di piscio e asparagi che in breve tempo diventa insopportabile. La padrona apre la porta finestra, sgambetta in una stanza da cui provengono grida inorridite. Il marito e un amico la seguono. Qualcuno ha pisciato nel diffusore d’essenze.

Perlustro la sala in cerca dell’autore.
Non incrocio nessuno sguardo colpevole.