Non si fermano le rilevazioni demoscopiche, neanche in periodo natalizio. L’ultimo sondaggio di Tecnè mostrerebbe un crollo verticale della Lega, che passerebbe dal 33,4% al 31,8%. Una perdita di oltre un punto e mezzo in appena una decina di giorni. Gli altri partiti mantengono (chi più, chi meno) il proprio elettorato, facendo registrare oscillazioni molto meno sensibili rispetto al carroccio.
Sondaggi elettorali: crollo Lega (-1,6%) in una settimana e mezzo
La Lega, pur rimanendo saldamente in testa alle preferenze degli italiani, perde 1,6 punti. La rilevazione del 23/12 mostra il netto calo del partito guidato da Matteo Salvini, rispetto a quella del 12 dicembre
Segue, in seconda posizione (ma comunque molto staccato rispetto al principale partito d’opposizione), il Partito Democratico. I dem tornerebbero a superare i 19 punti (toccando il 19,1%) grazie a un +0,2%. Stesso incremento per il Movimento 5 Stelle, che arriva al 15,9%. In quarta posizione c’è ormai stabilmente Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni si consolida in doppia cifra con un leggerissimo incremento (+0,1%) e assestandosi al 10,3%. Staccato di due punti e mezzo troviamo la compagine berlusconiana. Forza Italia perde un decimo e si ferma al 7,8%. Per chiudere con i partiti che, attualmente, superano la soglia di sbarramento, si segnala l’aumento dello 0,1% di Italia Viva di Matteo Renzi. L’ex leader del PD vede IV risalire al 4%.
Azione di Calenda può arrivare al 3%?
Passando ai partiti minori che non superano la soglia di sbarramento, ce ne sono un paio che hanno concrete possibilità di toccare il tanto agognato 3%. La Sinistra ci va vicino, fermandosi al 2,7% e in crescita di due decimi rispetto all’ultima rilevazione di Tecnè. Ancora meglio – in termini di variazione – per Azione di Carlo Calenda: il nuovo soggetto liberista ed europeista passerebbe, infatti, dal 2,0 al 2,4%. Andando a scorrere, troviamo i Verdi (anche questi in leggera crescita, da 1,5 a 1,7%) e +Europa (in calo di un decimale e fermatosi al 1,6%). Crescono anche gli altri partiti (non si specifica quali) che otterrebbero, nel complesso, il 2,7% dei consensi.
La scarsa fiducia nel governo e il testa a testa in Emilia-Romagna
Tra le altre domande poste da Tecnè per Tgcom24 vi è il quesito (quasi) immancabile sulla fiducia nel governo. Il governo giallorosso gode evidentemente di una minor fiducia (al 26%) rispetto all’esecutivo gialloverde (che proprio in una rilevazione di fine 2018 otteneva il 44% di approvazione). Quasi 7 interpellati su 10 non danno fiducia al governo targato M5S-PD-LeU-IV.
Infine, per i soli residenti in Emilia-Romagna, si constata il testa a testa tra Bonaccini e Borgonzoni. Il presidente uscente mantiene un leggero vantaggio sull’esponente leghista (46 a 44). Decisamente staccato il nome del M5S, Simone Benini, fermo al 7%.
Nota metodologica: campione di 1.000 casi rappresentativo della popolazione maggiorenne italiana, articolato per sesso, età e area geografica. Estensione territoriale dell’intero territorio nazionale. Interviste effettuate tra il 22 e il 23 dicembre 2019. Tecnica mista CATI-CAMI-CAWI con totale di 4.960 contatti, 1.000 rispondenti e 3.960 rifiuti/sostituzioni. Sondaggio commissionato da RTI. Per la nota metodologica integrale, consultare il sito ministeriale sondaggipoliticielettorali.it
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