Multe Tim: annullate dal Consiglio di Stato le sanzioni imposte dall’Antitrust a Telecom e altre grandi aziende della comunicazione per “intesa restrittiva della concorrenza”.
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Nel 2013, l’Antitrust aveva avviato un procedimento di indagine nei confronti di Telecom Italia, Alpitel, Ceit Impianti, Sielte, Sirti, Site e Valtellina: sotto la lente di ingrandimento era finito un accordo tra le suddette aziende riguardante la manutenzione correttiva delle reti e nello specifico su quelle parti di rete che utilizzano gli Olo (Operatori telefonici alternativi), in pratica, operatori concorrenti di Tim.
Due anni dopo, l’autorità garante per la concorrenza aveva decido di sanzionare per 28 milioni di euro Telecom (multa da 21 milioni di euro) e gli altri operatori perché con l’intesa avrebbero concordato un “coordinamento delle offerte economiche e di altre condizioni contrattuali nelle procedure per la selezione dei fornitori predisposte dalle società Wind e Fastweb”; insomma, una sorta di cartello che avrebbe operato anche “sulle informazioni relative all’erogazione dei servizi di manutenzione correttiva (cosiddetta assurance)”.
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Multe Tim: il Consiglio di Stato annulla la sanzione
Ora, il Consiglio di Stato ha scelto di annullare la sanzione imposta dall’Antitrust: il motivo ruota attorno alla valutazione del fatto che, al momento della decisione dell’Autorità per la concorrenza, una serie di regole dettate dall’Agcom non avevano ancora liberalizzato del tutto il mercato. Per dirlo meglio, sostanzialmente, non era ancora prevista la concorrenza nel mercato in oggetto ai tempi della contestazione, dunque, è impossibile applicare una sanzione in relazione al restringimento della concorrenza stessa.
A ben vedere, d’altra parte, la liberalizzazione di questo genere di servizi è avvenuta gradualmente, attraverso diverse delibere Agcom, l’ultima risale al 2017. Prima, insomma, la liberazione non era completa, quindi, nemmeno effettiva per cui Telecom doveva essere considerata lo snodo finale per la manutenzione correttiva.
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