I nostri parlamentari: assenze, attività e voti ribelli. Di Fabio Chiusi

Pubblicato il 6 Novembre 2009 alle 17:44 Autore: Fabio Chiusi
prima fiducia al governo letta

Senato

Alle recenti primarie del PD si è parlato di un partito “in cerca di identità”. E se ne è parlato a ragione. A Palazzo Madama, infatti, tra i 100 senatori maggiormente ribelli ben 79 sono del Partito Democratico. Tra i più agguerriti spicca Donatella Poretti, già menzionata in quanto senatrice maggiormente attiva: buona parte della propria attività (ben 121 voti) è tuttavia condotta in senso difforme rispetto alle indicazioni del partito. Altre figure di rilievo sono Gerardo D’Ambrosio (106 voti contrari alla linea del partito), Felice Casson (86 voti), Marco Follini (66, evidentemente convinto della sua appartenenza al PD, ma non troppo), Silvio Sircana (65 voti) e il candidato outsider alla segreteria nazionale Ignazio Marino, che ha votato “da ribelle” ben 56 volte: non sorprende, dunque, che non sia stato eletto.

ribelli senato

Tutti gli altri partiti manifestano una coesione ben superiore. Tra i primi 100 figurano infatti solamente 9 ribelli del PDL, 7 dell’UDC e 5 dell’IDV. Ancora una volta è degno di nota il dato della Lega Nord: nessun ribelle. Chi ha manifestato con i propri voti un maggiore dissenso è Rossana Lidia Boldi, e lo ha fatto solamente 19 volte.

Camera

[ad]A Montecitorio il dato non è sostanzialmente diverso da quello di Palazzo Madama. Il PD continua a contare il maggior numero di voti ribelli, occupando i primi cinque posti in classifica, 14 dei primi 20 posti, e 63 dei primi 100 posti. Alcuni dati degni di particolare attenzione:

1. il maggior ribelle del PD alla Camera è l’editorialista del Fatto Quotidiano Furio Colombo, che conta ben 418 voti contrari alle indicazioni del partito.

2. Paola Binetti, di cui tanto si è discusso proprio in tema di “voti ribelli”, al punto di spingere i vertici del PD a chiedersi se fosse opportuno mantenerla o meno tra i ranghi dei propri parlamentari, ha votato in modo difforme solamente 89 volte; ben 51 colleghi di partito hanno fatto peggio di lei. In generale, si trova all’85° posto.

3. Alla luce di quanto appena detto, come mai non c’è alcun “caso Colombo”, mentre invece del “caso Binetti” si è sentito parlare a più riprese negli ultimi due anni?

ribelli camera

Per quanto riguarda gli altri partiti si registra una maggiore indiciplina dell’UDC (16 ribelli nei primi 100), mentre “nella norma” sono i risultati di PDL (13 su 100) e Idv (7 su 100).

La Lega si conferma ancora una volta il partito più coeso in quanto a votazioni, non presentando nemmeno un ribelle nelle prime 100 posizioni.

Conclusioni

Dai dati diffusi da OpenParlamento quali conclusioni si possono trarre circa i nostri parlamentari?

1. La Lega Nord è il partito più presente e coeso. Tuttavia, non è tra i più attivi sul fronte delle proposte in termini di disegni di legge, mozioni e interrogazioni orali e scritte. Fronte su cui invece prevalgono le attività di PD e IDV.

2. Tra i più presenti e  attivi nei due rami del Parlamento non figurano i nomi dei politici più noti, che si distinguono anzi per alti tassi di assenteismo e bassa attività parlamentare.

3. Il Partito Democratico conta un preoccupante numero di “voti ribelli” e dunque risulta non solo nelle dichiarazioni (contrastanti) della propria dirigenza, ma anche nei fatti dell’attività parlamentare, un partito senza una identità precisa.

Per rispondere in modo più preciso alla nostra domanda iniziale (“quali e quanti dei nostri deputati e senatori passano le loro giornate facendo effettivamente i deputati e i senatori”), tuttavia, è necessaria una analisi statistica, che mi accingo a intraprendere.

Ai prossimi giorni i risultati.

[Un ringraziamento a Marcello Fedi per la collaborazione.]

di Fabio Chiusi, autore del blog ilNichilista

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