Il 31 dicembre diventa di dominio pubblico la notizia che il capitano Cristoforetti si congederà dall’Aeronautica militare. Lo formalizzerà in questi giorni a Istrana, nella base del 51° stormo, dove motiverà le sue scelte davanti al colonnello Massimiliano Pasqua, comandante della base.
È una notizia che coglie di sorpresa tutti incluso il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia, che lo viene a sapere dal Corriere della Sera. Non è strano: come molti altri ufficiali prima di lei, terminati i 19 anni di ferma prefissata previsti dall’arruolamento, il capitano Cristoforetti ha scelto di proseguire la sua carriera in abiti civili e la sua prossima missione nello spazio è confermata dall’ASI alla fine del 2022, cosa di cui lei parla volentieri.
La notizia desta stupore e curiosità nell’opinione pubblica. Si rincorrono voci, smentite, ipotesi e illazioni. Che il capitano nutra un grande affetto per l’AA.MM è evidente sia da una sua intervista di 10 anni fa, mentre si addestra sugli AMX al combattimento, sia quando pubblica la foto del suo battesimo definendolo “uno dei giorni più belli della mia vita”.
I fatti terminano qui, in attesa di aggiornamenti. Ma la notizia in sé contiene troppi elementi ghiotti, e sarebbe un peccato non trasformare anche gli astronauti, l’Aeronautica militare e gli enti spaziali in una puntata di Uomini e donne per far indignare i lettori affamati di emozioni. Ecco quindi Repubblica partorire il seguente titolo.
«Astrosamantha preferisce non rilasciare dichiarazioni. Sceglie il silenzio anche il presindente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia. Ma se si parla con chi conosce bene la comunità spaziale italiana si ricostruisce uno scenario che, se non è all’origine dell’addio della Cristoforetti, certamente rende il gesto meno sorprendente.»
Tradotto: ora racconteremo una favola piena di illazioni e speculazioni vagamente diffamatorie pur essendo sprovvisti di fonti, dichiarazioni o testimonianze attendibili. Abbiamo un’eroina bella e amata, ora serve il contesto, meglio se grigio, burocratico e in odore di ca$ta.
Ogni tre anni i ministri europei si riuniscono per stabilire gli obiettivi della politica spaziale e stanziare i fondi necessari. La delegazione italiana si presenta il 27 novembre 2019 e stanzia 2,3 miliardi di euro e fa pressioni sull’ESA perché venga data una “nuova occasione di volo” al colonnello Walter Villadei, definito da tutti i giornali “astronauta” quando in realtà è un cosmonauta. Ora che c’è anche l’antagonista, è semplicissimo suggerire al lettore dei drammatici retroscena in cui la Cristoforetti viene strappata dallo spazio per oscuri intrighi di palazzo featuring sessismo.
Ora, facciamo un po’ di chiarezza: ASI, ESA e Aeronautica sono cose differenti, più o meno come una nave e un sottomarino. Congedandosi, il capitano Cristoforetti non potrà più pilotare caccia militari di proprietà dello Stato, ma potrà continuare ad andare nello spazio come ingegnere, dato che fa parte dell’ASI (Ente Spaziale Italiano) e dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), due enti che devono dare l’abilitazione e senza le quali non è possibile partecipare a missioni spaziali.
Viceversa, il colonnello Villadei si è addestrato al GCTC in Russia ottenendo il brevetto di cosmonauta, ma non fa parte né dell’ASI né dell’ESA. Sebbene il suo curriculum sia impressionante – stiamo comunque parlando di superuomini – le sue possibilità di prendere parte a missioni spaziali sono bassissime. È certamente vero che a certi livelli la politica interna conta molto e il colonnello Villadei è un mostro sacro, ma tutto questo non c’entra nulla con l’Aeronautica militare né con il congedo del capitano Cristoforetti.