Partiti e sondaggi ad Atene. Ma l’esito sembra incerto
Il prossimo 6 maggio si voterà in Grecia per le elezioni parlamentari. Si fronteggiano ben 32 partiti, alcuni piuttosto assurdi. Quello che sembra mancare, però, è una vera alternativa. I sondaggi, in Grecia, sono vietatissimi da ormai due settimane, in questo contesto è difficile immaginare il risultato del voto anche se due sondaggi indipendenti sono stati effettivamente condotti. Qui di seguito proveremo a descrivere, brevemente, i principali partiti in lizza indicando A) il risultato alle ultime elezioni politiche del 2009; B) un sondaggio, condotto da Public Issue, aggiornato al 18 aprile C) un sondaggio “ufficioso” condotto dall’Università di Salonicco nella sola area metropolitana di Atene.
I due partiti storici
Tra i partiti più importanti ci sono quelli di sempre a cominciare dal Movimento Socialista Panellenico (Pasok), guidato da Evanghelos Venizelos che succede al dimissionario ex-premier George Papandreu. Partito di governo dal 1993 al 2000, dopo una pausa di quasi un decennio torna al governo nel 2009, mentre la crisi economica e finanziaria esplode. Il neo-premier, George Papandreu, si pone come un riformatore ma non riesce a far fronte al tracollo economico. Un tracollo iniziato già dieci anni prima, ai tempi delle Olimpiadi di Atene, che hanno causato una voragine nel bilancio di Stato e una successiva “cosmesi” dei conti da parte dei governi. A) 43,9% B) 20% C) 15,5%
[ad]La responsabilità della crisi, il Pasok, la condivide con Nea Demokratia (Nd) guidata da Antonis Samaras. ND è stato fondato nel 1974 da Costantino Karamanlis, già primo ministro dal 1955 al 1963, e vinse le prime elezioni del dopo dittatura, avvicinandosi alla Nato e cercando di risolvere (a favore greco) la questione di Cipro. Partito di governo dal 2004 al 2009 è uno dei responsabili diretti della cattiva gestione economica che avrebbe, di lì a poco, contribuito a gettare la Grecia nel baratro della bancarotta. A) 33,5% B) 26% C) 14%
La sinistra
Accanto alle due formazioni da sempre maggioritarie emergono, nei consensi, le formazioni “radicali”: il partito comunista (Kke) guidato da Aleka Papariga, barricadera che vive nell’uptown ateniese dove la crisi, ancora oggi, non è di casa. Il partito comunista è stato un fiero oppositore del governo Papandreu come dell’esecutivo guidato dal “tecnico” Papademos, primo ministro uscente. La Papariga ha una storia politica di tutto rispetto: si unì al Kke illegalmente nel 1968 durante la dittatura dei colonnelli e fu attiva nel movimento dei familiari dei prigionieri. Dopo la fine della dittatura fu attiva nel movimento femminista e fece carriera all’interno del partito. Le sue posizioni, tuttavia, non sono quelle di uno statista votato allo spirito della sua epoca quanto quelle di un rivoluzionario cubano fuori tempo. Ha dichiarato, in una recente intervista, che: “il nostro compito è ottenere il potere popolare, l’economia popolare, il socialismo“. Con una certa nettezza dichiara “i partiti europei” essere “creati dall’Unione Europea dei capitali e delle multinazionali” allo scopo “di dividere la sinistra”. Fortemente critica con le misure di austerità fin qui applicate non sembra in grado di proporre un modello alternativo o, almeno, non è al centro delle sue retoriche elettorali. Preferisce piuttosto criticare l’Unione Europea, che è un po’ come sparare sulla Croce Rossa: “oggi l’Unione Europea è un’Unione capitalista. L’Unione Europea non è l’Unione dei popoli, appartiene ai monopoli e alle corporazioni multinazionali. Il KKE sogna e lotta per un’Europa unita, pacifica, socialista”. Il Kke tiene “rapporti di collaborazione” con i partiti comunisti europei. tra cui il partito comunista bielorusso. A) 7,5% B) 10% C) 9%
Ancora più a sinistra del tradizionale partito comunista si trova la Coalizione della Sinistra Radicale-Movimento Unitario Sociale (Syriza), guidata da Alexis Tspiras.Si tratta di un’unione di partiti minori e movimenti che condividono istanze comuni: l’ecologismo, la partecipazione civile, la giustizia sociale, i diritti del lavoro, l’opposizione alle leggi speciali (come quelle sull’antiterrosimo) e alla guerra. Nasce da un primo Spazio comune che costituì così il terreno dal quale numerosi partiti che lo costituivano lanciarono il Social forum greco, parte del Forum sociale europeo. A) 4.6% B) 8% C) 11%
In area socialdemocratica sembra collocarsi il partito della Sinistra Democratica (Di.Mar). Il suo leader è Fotis Kouvellis. Fondato nel 2010 dagli scontenti del Pasok, è un partito europeista, contrario ai piani di austerità, definisce “conservatrici e inefficienti” le risposte sino ad ora fornite dall’Unione Europea alla crisi dei debiti sovrani e adotta la “modesta proposta” dell’economista Yanis Varoufakis circa il trasferimento dei debiti nazionali alla BCE e l’emissione di eurobond dell’Unione. Ritiene che l’unica soluzione alla crisi sia quella di un nuovo rilancio del progetto europeista, attraverso la coordinazione delle politiche economiche per eliminare le differenze Nord-Sud e muoversi verso un’Europa federale. Tra le formazioni di sinistra alternative al Pasok sembra questa quella più matura, capace di associare istanze di rinnovamento a proposte costruttive anche di respiro europeo. A) – B) 9% C) –
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