Il TP intervista Gianfranco Mascia

Pubblicato il 25 Novembre 2009 alle 16:56 Autore: Gianluca Borrelli
Caso Ruby
[ad]Al di là della manifestazione in sé, ritiene possibile una partecipazione attiva e continuativa delle persone ai temi politici su un “network” di tale tipo? E come dovrebbe essere strutturato?
Il web consente di rappresentare la società in tuttala sua complessità.
Questa è una caratteristica abbandonata dalla politica italiana, che ha promosso la falsa necessità di semplificazione. È stato uno degli errori del sistema maggioritario e del finto bipartitismo imposto dall’entrata in scena di Berlusconi.
Il lancio e l’organizzazione del No Berlusconi Day ha dimostrato che esisteuna intelligenza collettiva che, partendo da diversi ambiti territoriali reali e virtuali, è capace di elaborare progetti e strategie politiche.
Il problema, da adesso in poi, sarà riuscire a dare continuità e gambe alla voglia di partecipazione delle persone che, non dimentichiamolo, cercano così di riempire il vuoto lasciato dai partiti.
Ricordo che alle ultime Elezioni Europee quasi 18 milioni di elettori non sono andati a votare: in Italia c’è quindi un partito degli astensionisti del 35% . Molti di questi elettori delusi sono di centrosinistra e tantissimi di questi rappresentano la parte più attiva del web.
L’obiettivo è riuscire a coinvolgerli in un “network” aperto, orizzontale, partecipativo, più orientato ai collegamenti che alle appartenenze, con la possibilità di sperimentare progettualità e contenuti condivisi e ricercando modalità originali e innovative di comunicazione.

Sarebbero possibili secondo lei dei network “strutturati” e con livello decisionale decentrato per l’attività politica? Mancherebbe la volontà o i referenti o che cosa altro?

La struttura di un network 3.0 dovrà prevedere collegamenti orizzontali tra gruppi di lavoro organizzati per temi, ciascuno con la sua autonomia decisionale e con la ricerca di una sintesi comune. Servono non solo gli strumenti adatti ma anche ottimismo e fiducia in questa nuova sfida.

Non bisogna, dunque, cercare scorciatoie, ci dobbiamo prendere tutto il tempo necessario per elaborare e proporre. I referenti nasceranno automaticamente tra i leader naturali che la Rete saprà far crescere. La volontà c’è. Bisogna vedere se la società italiana saprà sbloccarsi per approfittare delle competenze e delle professionalità offerte dalle nuove generazioni. Mettiamoci in gioco ed apriamo alle novità. È l’unica speranza di cambiamento possibile.

Cosa pensa della risposta di Bersani, neoletto segretario del PD, a chi gli chiedeva se avrebbe partecipato o meno a questa manifestazione? La ritiene una motivazione valida o una scusa, e perché?

Bersani si preoccupa molto che dalla manifestazione possano uscire critiche alla figura del Capo dello Stato (per via della sua firma al Lodo Alfano) o derive contro la Costituzione. Forse non ha letto l’appello iniziale che parla proprio di difesa delle norme costituzionali.
L’altro giorno noi organizzatori lo abbiamo “braccato” alla Feltrinelli di Largo Argentina. Lo abbiamo visto, inseguito e gli abbiamo chiesto lumi. Ma lui ha tenuto a precisare che non ha nulla contro questa manifestazione e che valuterà anche una sua eventuale partecipazione.

Del resto, non mi interessa molto se il segretario del PD verrà o non verrà. Tanto sappiamo benissimo che il popolo delle primarie è dalla nostra parte. L’elettore o l’iscritto PD, per fortuna, non aspetta un cenno del “capo” per decidere.

(per continuare la lettura cliccare su “5”)

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
Tutti gli articoli di Gianluca Borrelli →