Casinò online: rallenta la crescita della spesa nel 2019. Complice il decreto dignità?

Intendiamoci, il progresso c’è ed è in doppia cifra.

Nel 2019 la spesa degli italiani nell’azzardo online è cresciuta del 12,4%. Sono stati spesi 969 milioni di euro, contro gli 862 milioni del 2018.

Aumento trascinato dai casinò online veri e propri, che hanno attirato 831 milioni contro i 710 dell’anno precedente, con un aumento del 17%. Mentre vanno male i poker, quelli cash, che segnano un calo del 14%, da 70 a 60 milioni, e anche quelli a torneo, giù del 5% con 77,6 milioni di spesa nel 2019.

Se però ci guardiamo indietro dobbiamo osservare che c’è stato un deciso rallentamento. Nel 2018 la spesa per i casinò online era cresciuta di ben il 24,7%. sul 2017.

Un 2019 che quindi ha tirato il freno, soprattutto nella seconda parte dell’anno. Basti guardare al mese di ottobre, quando sempre nei casinò on line l’aumento è stato solo dell’1,2%.

Cosa potrebbe avere influito su questo rallentamento sempre più evidente? Che potrebbe continuare fermando la crescita della spesa degli italiani nel settore.

Casinò on line, il ruolo delle regole restrittive del decreto dignità

Da agosto 2018 sono in vigore le restrizioni varate con il Decreto Dignità, fortemente voluto dall’allora ministro dello sviluppo Luigi Di Maio.

In particolare parliamo di divieti commerciali, ovvero di “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”

Si tratta di una restrizione totale, che colpisce in particolare il settore più utilizzato in questo mercato, quello on line.

E l’andamento temporale del rallentamento della crescita della spesa nei casinò on line appare compatibile in effetti con gli effetti delle restrizioni, visto che sono entrate in vigore lentamente, essendo applicabili solo ai nuovi accordi commerciali, e non a quelli in essere al momento dell’entrata in vigore del decreto Dignità nell’agosto del 2018.

Sarà decisivo l’andamento del 2020 per verificare gli effetti sul lungo periodo dei divieti, sarà interessante osservare se si tradurranno in uno stop più serio per il settore o se rimarrà il segno più

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